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Cgil Ragusa. Disability Pride e l’inclusione nel mondo del lavoro

Prima sessione a Roma. Peppe Scifo: “Un tema centrale per un Paese ancora in ritardo. Sensibilizzare le imprese”
Tempo di lettura: 2 minuti

La prima sessione dei lavori del Disability Pride che si tiene a Roma affrontando il tema Lavoro e disabilità, con un’ampia discussione su nuovi strumenti per l’inclusione ha visto la partecipazione di Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa.
Disability Pride Italia nasce nel 2015 da un’idea di Carmelo Comisi e dal contributo volontario di moltissime persone
I primi passi sono stati mossi nella provincia di Ragusa e da lì, come evento itinerante, si è tenuto a Palermo e Napoli prima di approdare definitivamente a Roma, dove si è affermato come appuntamento fuori dalle righe per rivendicare l’effettiva inclusione di tutte le persone con disabilità.
“Ho deciso di accogliere l’invito del presidente del Disability Pride, Carmelo Comisi, ha affermato Peppe Scifo, perché ritengo che la questione dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è centrale per un Paese come il nostro oggi ancora indietro decenni rispetto a questo contesto.
E soprattutto la nostra regione dove primeggia la disoccupazione la questione della inclusione lavorativa per le persone con disabilità diventa quasi impossibile.
Ci sono norme, come quelle del collocamento mirato, che devono essere applicate attraverso una presa di coscienza a livello generale affinché questa questione non rimanga racchiusa dentro il mondo della disabilità.
Le imprese e le organizzazioni sociali di rappresentanza devono accrescere la propria cultura su queste tematiche ed assumerle come programma, ad esempio a livelli sindacale assumere come elementi della contrattazione aziendale e nelle piattaforme di contrattazione sociali territoriale.
La questione dell’inclusione lavorativa deve essere anche presa in carico dai comuni perché assieme alla sensibilizzazione delle imprese servono anche servizi complementari a partire dai trasporti.
Su 50000 persone con disabilità disponibili al lavoro nell’ultimo anno ne sono stati assunti solo 1500. Il collocamento mirato previsto dalla legge 66/ è di fatto inattuato, esso richiede consulenza , affiancamento e formazione per le aziende e per tutti I soggetti di rappresentanza.”

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