
Draghi sa bene che il Rais turco Erdogan gliela vuole fare pagare. Dittatore io? Ora ti farò pentire di questa tua spaparanzata. E, d’accordo con i trafficanti di vite umane, spedisce in pochi giorni migliaia di poveri cristi in Sicilia come fossero vuoti a perdere. Poi senza tanti giri di parole, confeziona una precisa minaccia: sono pronto a farvi invadere da altri 70.000 disperati se non fate come dico io. Il Rais in pratica vuole raggiungere l’obiettivo di mettere con le spalle al muro Draghi costringendolo a risolvere la “questione” a suon di euro da girare alla Libia, di cui si vanta essere unico potente tutor. Draghi ha capito. Altro che. Immaginare ancora oggi soluzioni attendiste potrebbe avere risvolti pericolosi per il Paese, oltre che per la tenuta del governo. Il problema va risolto a monte. Con l’intervento immediato dell’Europa e dell’Onu. Parlare di accoglienza quando non esistono le condizioni minime strutturali, operative, sanitarie ed economiche per ospitare migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini non accompagnati, è roba da politica mentecatta. Letta, l’autore del disastroso progetto “Mare Nostrum”, la smetta di vestire i panni del pensatore ipocrita. Erdogan ha capito di avere a che fare con un Paese gestito da una politica litigiosa, pavida e infame e, da dittatore, sta affondando i colpi. Sta a noi tirare fuori gli attributi e fare la voce grossa a tutti i livelli. Non c’è Recovery plan che tenga se non viene risolto radicalmente il problema della immigrazione.