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Il 12 maggio si celebra la Giornata Mondiale della fibromialgia

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Forti dolori diffusi in tutto il corpo, in particolare schiena e cervicale, facile affaticamento anche nel compiere semplici azioni, insonnia, difficoltà a concentrarsi e disturbi d’ansia. Sono solo alcuni dei principali sintomi che accomunano chi soffre di fibromialgia, patologia che colpisce circa 2 milioni di italiani, soprattutto le donne in età lavorativa con un’età media di circa 40 anni. Una patologia però che resta ancora misconosciuta, tanto che solo un italiano su tre sa di cosa si tratta e appena in un caso su due la malattia riceve una diagnosi.

Il 12 maggio si celebra la Giornata mondiale della Fibromialgia  per comprendere meglio i bisogni dei pazienti e implementare adeguati percorsi di cura. Per l’occasione,   alle 20,30, le facciate dei Palazzi di Città di Ragusa e Modica saranno illuminati di viola.

È prevalentemente conosciuta come malattia che “dà forti dolori” o “che colpisce” i muscoli. Tra coloro che la conoscono di più, c’è però una forte differenza di genere: sono in particolare le donne dai 34 ai 45 anni e con titolo di studio alto conoscono la malattia. Serve quindi – si legge in una nota – una grande campagna di informazione e legittimazione pubblica della malattia.
La fibromialgia, però, non è ancora riconosciuta come malattia cronica. “Innanzitutto, si tratta di una sindrome – spiega Piercarlo Sarzi Puttini, direttore dell’Uoc di Reumatologia Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano e presidente dell’Associazione italiana sindrome fibromialgica (Aisf-Odv) – in quanto caratterizzata da un insieme di sintomi. La peculiarità è la presenza di un dolore muscolo scheletrico diffuso da almeno tre mesi. Dal 2010 in avanti rilevano altri 3 segni cardinali: alterazione del sonno, stanchezza sia mentale che fisica e disturbo neurocognitivo. A questi sintomi cardinali, si associano anche aspetti di tipo psico-affettivo come ansia e depressione”.La diagnosi è difficile perché manca un criterio biochimico: bisogna ascoltare il paziente, raccogliere la sua storia clinica in relazione ai sintomi e valutare clinicamente”. E la diagnosi della malattia avviene purtroppo solo in 1 caso su 2 e nella maggior parte delle volte a effettuarla è il reumatologo, seguito dal medico dibase e altri specialisti.
Il reumatologo è riconosciuto come la specialista d’elezione per la diagnosi e la cura della malattia: nella quasi totalità dei casi, infatti, il malato avverte dolore diffuso in tutto il corpo. Seguono rigidità muscolare, stanchezza e stati d’ansia.
La mission di una associazione di pazienti fibromialgici, come l’AISF, è quella di offrire supporto e sostegno alle persone malate. Siamo presenti anche in Provincia di Ragusa.
Ad oggi nessun farmaco è in grado di guarire la fibromialgia. Si interviene infatti con il trattamento del sintomo, in relazione al quale ogni paziente può avere una risposta soggettiva e non definitiva. Efficaci sono alcune molecole che modificano i neurotrasmettitori del sistema di percezione del dolore, come antidepressivi e anticonvulsivanti, oppioidi a basso dosaggio, cannabinoidi, sedativi e acetilcarnitina, utile sia per l’energia muscolare che su aspetti depressivi e percezione del dolore”.
“È necessario poi – sottolinea – seguire anche trattamenti non farmacologici: per prima cosa il fitness. Avere una buona forma fisica ( a Modica il Corso di NordicWorking) e nutrirsi in maniera corretta è fondamentale. Da non trascurare infine l’aspetto psicologico, come problemi di disturbi post traumatici da stress che vanno analizzati e corretti con terapie terapeutiche comportamentali”, conclude il Professore Sarzi Puttini.

Al via, in occasione della Giornata Mondiale della Fibromialgia” anche la Campagna di sensibilizzazione: “Fibro…che? Diamo un volto alla Fibromialgia”

 

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