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Covid. Intervista al direttore dell’Ospedale di Modica, Bonomo

Tempo di lettura: 4 minuti

Carissimi amici, la situazione sanitaria a cui andiamo incontro in questi giorni è una delle più delicate dallo inizio della pandemia. Infatti il governo e gli enti preposti alla valutazione e ai controlli, hanno serrato una stretta finale, nel tentativo di ridurre quanto più possibile il contagio per permettere senza ulteriori complicazioni lo scorrimento del “piano nazionale vaccinazioni”. È chiaro infatti, che un superaffollamento dei reparti ospedalieri (già intasati di suo, in assenza di Covid) comporterebbe un rallentamento delle operazioni di vaccinazione, compromettendo praticamente, lo scopo finale della lotta alla pandemia stessa. Abbiamo voluto incontrare e chiedere il parere al dott. Piero Bonomo, Direttore dell’Ospedale Maggiore, che rappresenta una delle massime cariche istituzionali sanitarie cittadine.

  • “Dott. Bonomo, qual è la situazione al momento?”

“Siamo partiti molto bene con le vaccinazioni. Abbiamo avuto una risposta del personale sanitario e non, direi oltre ogni aspettativa, intorno al 98%. La prossima settimana concluderemo le vaccinazioni del personale ospedaliero. L’ Asp continuerà poi a vaccinare le RSA, Case di riposo, medici di famiglia e del territorio. Contiamo di terminare le operazioni entro 10 giorni. Abbiamo vaccinato ogni operatore che lavora nell’ambito sanitario, compresi addetti alle pulizie, cuochi, falegnami, meccanici, tecnici in generale, insomma. Oltre 800 dipendenti del sistema sanitario. Una vera e propria vaccinazione di massa in cui non lasceremo niente al caso”.

  • Modica ancora una volta in prima linea Direttore?”

“In realtà, devo dire con orgoglio che eravamo preparati a tutto. L’essere stati centro Covid, durante le fasi cruciali della pandemia 2020, ci ha permesso di “fortificare le prime linee”, abbiamo capito tante cose e ci siamo fatti trovare pronti anche al “piano vaccinazioni”.

  • Eppure c’è ancora una diffidenza enorme sulla vaccinazione, come lo spiega?

“La campagna vaccinazioni, visti i tempi ridottissimi, non è potuta partire con un’adeguata pubblicizzazione e sensibilizzazione della popolazione. Avremmo voluto spiegare a tutti che “vaccinarsi non è imposto da nessuno, ma diventa in realtà un obbligo, nel momento in cui rimane l’unica arma preventiva”. Nessuno obbliga nessuno, ma il meccanismo d’immunizzazione purtroppo dipende da ognuno di noi. Non possono permetterci, in tal senso, pericolosi anelli deboli. Una catena diventa inattaccabile e potente nel proprio uso, quando non esistono punti deboli. Chi non si vaccina espone sé stesso, ma inevitabilmente diventa “anello debole del sistema” ed espone irrimediabilmente tutti gli altri al permanere della pandemia. L’immunità di massa si ottiene solo nel momento in cui il virus trova difficoltà enorme ad attecchire nella cellula ospite dal sistema anticorpale, questa mancanza di sviluppo è l’unico sistema che provoca l’indebolimento virale pandemico. È così che molte pandemie si sono “appiattite “nel corso dei secoli”.

  • Abbiamo visto che ci sono diversi vaccini. Cerchiamo di dare risposte precise ai nostri lettori.

“Certo, dobbiamo sempre essere chiari. Al momento esistono 3 tipi di vaccini validati dagli enti di controllo. Il vaccino Astra-Zeneca validato dalle autorità britanniche e riservato in questo momento, solo alla popolazione del Regno Unito. Poi abbiamo due vaccini validati dalla commissione di controllo europea: il vaccino Pfizer-Biontech che è quello a cui ci stiamo sottoponendo in Italia e al momento proprio qui a Modica, ed il vaccino Moderna (validato da 2 giorni) presente massicciamente negli Stati Uniti ma che verrà utilizzato dai prossimi giorni, anche in Europa e quindi in Italia. Il vaccino Pfizer-Biontech ha bisogno di temperature di conservazione bassissime ( -80/ -90 gradi Celsius). Una volta tirato fuori va inoculato nel giro di poche ore, contrariamente si inattiva. Dopo 21 giorni va fatta la cosiddetta “dose di richiamo”. Dopo sette giorni da tale dose, l’individuo è immunizzato del tutto. Il vaccino Moderna invece ha temperature di conservazione più gestibili diciamo “da frigorifero da casa” (2 / 8 gradi Celsius) ma si inattiva molto più rapidamente. Infatti non è ammessa alcuna deroga sulla catena del freddo. La dose di richiamo va effettuata dopo 28 giorni ed anche qui, dopo 10 giorni, si raggiunge l’immunità dal virus”.

  • La gente vuole risposte sulla sicurezza sull’efficacia, sulla durata e su eventuali effetti collaterali.

“I cittadini hanno ragione e vanno rassicurati. Entrambe le aziende assicurano un’efficacia dal 92 al 98% dei casi e questo rientra nella percentuale di tutti i vaccini al mondo. La risposta anticorpale è mediata da una moltitudine di fattori che dipendono da differenze (genetiche, umorali, ambientali…) fra individuo ed individuo. Ecco perché esistono queste percentuali dichiarate. La durata è assicurata per questi ceppi virali studiati per un anno (Moderna si è spinta anche oltre, dichiarando una possibile validità per due anni). In realtà ricordiamo che per i virus a RNA la durata vaccinale di un anno è al momento, la massima probabile e possibile. Come accade per quello della normale influenza, il vaccino “anticovid” va “rimodulato” ogni anno, per fattori dipendenti proprio dalla natura ricombinante del virus. Devo dire con grande orgoglio che proprio noi dell’Ospedale di Modica in accordo con l’Asp provinciale pubblicheremo un lavoro scientifico sulla base dei dati raccolti (proprio da noi stessi) e che terranno conto di una serie di parametri: 1) quantità e qualità del titolo anticorpale presente nelle fasi iniziali e a distanza; 2) Segnalazione di possibili varianti covid; 3) Anomalie varie sulle vaccinazioni. I dati verranno resi pubblici, cosicché la gente potrà direttamente verificare. Al momento non registriamo, a parte le timide reazioni allergiche locali, nessun effetto collaterale serio o importante, quindi ci tengo a rassicurare tutti di prepararsi serenamente alla vaccinazione che avverrà per tutti entro il 2021”.

  • Il vaccino è considerata l’unica arma preventiva, ma la terapia a che punto è?

“Lei, da medico, sa perfettamente che al momento non esiste alcuna terapia elettiva anticovid. A parte cortisonici, antivirali, eparina ed ossigenazione forzata (nella gravità dei casi polmonari più complicati) l’unica speranza viene dalla produzione di anticorpi monoclonali anticovid specifici ottenuti in laboratorio. È l’unica strada al momento percorribile, a parte quella degli anticorpi da cosiddetto “siero immune” che fra l’altro, abbiamo utilizzato anche da noi, in ospedale. È’ ovvio che la prima via elettiva resta sempre il vaccino. Io stesso mi sono sottoposto alla prima dose vaccinale, non solo perché è imposto dalla mia posizione, ma per dare un segnale a tutti: vaccinatevi senza paura, il vaccino sarà la nostra salvezza. Il nostro obbiettivo è quello di arrivare almeno alla vaccinazione dell’80% della popolazione, solo così otterremmo una “tregua” dal virus e la speranza dell’appiattimento epidemico. Non c’è altra strada. Il dramma di questa dannata patologia è che abbiamo visto casi, in cui il paziente non ha manifestato alcun sintomo premonitore, poi di colpo è venuto fuori un quadro drammatico di “polmonite interstiziale bilaterale”. E in alcuni casi (pochi fortunatamente), siamo stati purtroppo impotenti. Per noi medici, perdere anche una sola vita umana, rimane sempre una dramma ed un dolore immenso, una sconfitta del nostro credo e della nostra missione. Purtroppo ad oggi, l’indice di contagio (RT) è ancora in aumento e per noi questa è un’altra sconfitta. Ma non dobbiamo abbatterci o abbassare la guardia. Sappiamo che esistono già almeno tre varianti del virus, ma queste forme non inficiano la validità del vaccino. Riusciremo a sconfiggere anche queste mutazioni. Non vanno cambiati i “corretti comportamenti”, assolutamente “.

  • Ha anticipato in pratica la mia domanda: Cosa accade a livello sociale?

“Sappiamo come abbiamo sofferto e tuttora soffriamo per i distanziamenti, mascherine e quant’altro, la sofferenza per noi “gente del sud” è probabilmente stata più dura. Noi siamo abituarci a baciarci anche quando non ci vediamo da un giorno…quindi immaginiamoci cosa significa “darsi il gomito”. Tuttavia il “distanziamento” è una misura comportamentale assolutamente necessaria. Ho letto con interesse e simpatia il suo articolo sulla “bramosia del normale”. È vero e concordo, abbiamo voglia di ritornare al “banale”, a tutto ciò che fino al 2019, ritenevamo “borghesemente normale” e che noi, poveri mortali, avevamo perso dal radar, sognando e tentando di attuare irrealizzabili “voli pindarici”. “Normalità dei gesti quotidiani”, mi permetta di aggiungere, diventa “imperativo di vita” e non banalità passata. Nonostante questo obbiettivo però, colgo l’occasione e lo raccomando a tutti: non abbassate mai la guardia, non date per scontato nulla, questo virus non perdona nessuno”.

  • Per ultima, una domanda d’obbligo: C’è una corrente antivax/no vax. Cosa dire?

“Guardi, mi rifiuto categoricamente di considerare a livello umano questa assurda vicenda. I vaccini hanno salvato l’umanità nel corso degli ultimi 100 anni. È un’atroce follia mettere in dubbio la capacità dell’uomo di mettere in pratica correttamente le conoscenze e le scoperte della scienza, messe a disposizione, senza profitto, dell’umanità. Con questo atteggiamento si rischia di dare una mano al virus nel distruggere ulteriormente ciò che ha già ridotto ai minimi termini. Il virus non può avere alleati di nessun genere, specialmente nel genere umano che esso stesso spietatamente colpisce. Non possiamo avere titubanze davanti ad un’economia ed una socializzazione piegate in modo tremendo. Mi spiace ma su questa linea divento incontenibile: nessuna considerazione, nessuna forma di dialogo. Ognuno può avere proprie idee ed anche contrarie, ma manifestarle continuando a spargere menzogne e terrorizzando tutto e tutti è inconcepibile. Questo sistema va combattuto con ogni mezzo. È un nostro dovere dire sempre la verità e convincere chi non ha alcuna conoscenza o quantomeno ha visione confusa, sulla verità scientifica delle cose.  Questo è un dovere non solo dei medici, ma di tutti gli uomini di scienza, nessuno escluso. Non dobbiamo dimenticare, la tanta povera gente, i colleghi che hanno eroicamente compiuto il loro dovere, i tanti poveri innocenti che hanno perso la vita senza alcuna colpa. Siamo tutti in “prima linea”, abbiamo l’obbligo ed il dovere di parlare con i parenti, gli amici, il vicino di casa e ribadire che siamo sulla giusta strada, non siamo invulnerabili ma neanche impotenti. La salvezza è all’orizzonte, arriva dalla scienza e ha un solo nome: si chiama vaccino.”

 

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