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Sulla conferenza stampa di metà mandato del sindaco di Ragusa…

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Un simpatizzante Cinque Stelle, che si definisce anche mezzo attivista, affida agli amici del gruppo consiliare pentastellato alcune sue riflessioni che nascono dalle valutazioni sulla conferenza stampa del sindaco di Ragusa, Cassì. Condividendone, evidentemente, i contenuti tramite il capogruppo Sergio Firrincieli, lo affidano alla stampa.

Questo il contenuto della lettera aperta:

Qualcuno pensa che quasi 8.000 elettori del primo turno delle ultime comunali e gli altri 4.000 che hanno votato al ballottaggio per il candidato del Movimento Cinque Stelle siano ormai merce scaduta.

Il Movimento 5 Stelle ha subito, in questi ultimi anni, profonde trasformazioni, non ancora assestate mentre si va verso la struttura partitica, dalle origini del “vaffanculo” sono venute fuori espressioni diverse, alcune delle quali assai moderate, ispirate al bon ton istituzionale, come si rileva ampiamente nel gruppo del Consiglio comunale di Ragusa o nella deputazione locale che di rivoluzionario ha ben poco. Ad onta di chi vorrebbe far comparire i Cinque Stelle come un manipolo di sovversivi, attivisti e simpatizzanti restano composti e osservanti delle regole e lasciano lavorare gli eletti, ma nessuno è fesso, nessuno deve pensare che è facile spazzare via i Cinque Stelle. Sono stati i Cinque Stelle che hanno sempre spazzato via buona parte della vecchia politica, da Roma a Palermo per arrivare nelle varie parti dell’isola. Un percorso difficile, costellato di imprevisti, di errori, di sconfitte.

Per non andare troppo lontano e restare a casa nostra, la consistenza del gruppo Cinque Stelle parla da sola, mentre illustri esponenti dei vari partiti e liste civiche sono a guardare in televisione o nello smartphone cosa avviene in Consiglio comunale. E’ arrivato il momento nel quale gli attivisti e i simpatizzanti si sono stancati, certe considerazioni del primo cittadino sono ormai intollerabili, sta diventando quasi una abitudine bacchettare i Cinque Stelle, bacchettare il capogruppo, si è arrivati anche a stabilire un parallelo fra gli ‘idilliaci rapporti’ con Cancelleri o con la Campo per sottolineare il differente rapporto con il gruppo consiliare, quasi nella speranza che le gerarchie superiori degli eletti tirino le orecchie ai consiglieri…ma potrebbe accadere anche il contrario, anche perché i rapporti istituzionali sono cosa diversa da quelli fra amministrazione e minoranza consiliare.

A Cassì sembra quasi che tutto sia basket, certo era raro commentare sue prestazioni negative, se accadeva era la squadra che non girava a dovere e non lo serviva adeguatamente.

Finora, nei primi due anni e mezzo di mandato le prestazioni non esaltanti sono molte, ma Cassì non tollera nemmeno che si parli male di qualche elemento della squadra, pur ammettendo la necessità di quell’auspicato cambio di passo mai intravisto. Molti pensano, e lo pensa anche Cassì, che il primo cittadino possa fare tesoro della sua esperienza sportiva, ma questo non è accaduto e non accade: prima di tutto non c’è rispetto per l’avversario, l’aver racimolato una manciata di voti in più, non significa aver surclassato gli avversari che andrebbero rispettati solo per come hanno perso, senza inventare nulla di creativo per giustificare la sconfitta.

Un simpatizzante Cinque Stelle, mezzo attivista, si sente autorizzato a esprimere il proprio pensiero e decide di farlo prendendo spunto dalla conferenza stampa di fine anno. Un incontro con la stampa, e quindi con la città, bruciato dalla infelice considerazione sulle opposizioni, improntato all’immagine di un sindaco con l’aureola che affronta il mandato estremamente difficile di guidare la sua città.

Vanta la consistenza della sua maggioranza pur sapendo quali sono le fibrillazioni che affronta quasi quotidianamente; elementi che sono passati in altre formazioni politiche, altri che lo faranno al momento opportuno ma hanno già stabilito i giusti contatti, gente che vuole spazio, qualcuno che vorrebbe fare anche l’assessore, qualcuno irrequieto, c’è quanto basta per far venire meno la maggioranza, tanto che sono di dominio pubblico i contatti del sindaco per portare dalla sua parte possibili concorrenti e per ingrossare le file di una sua coalizione di sostegno per il rinnovo del mandato, senza guardare al censo politico e alla provenienza partitica degli interlocutori. Già c’è di tutto nella maggioranza che sostiene il sindaco di Ragusa, da Fratelli d’Italia, sostenitori della prima ora, assieme a Francesco Barone, della candidatura, passando per movimenti di centrodestra e centrosinistra, con una farcitura di incarichi a personaggi che hanno sostenuto altri candidati sindaco nel 2018. Dal suo pulpito, il sindaco ritiene di poter bacchettare gli esponenti del Movimento che hanno mostrato, di certo, maggiore attaccamento alla maglia, anche nei momenti di maggiore confusione nel movimento.

È bene svegliare il sindaco e far capire che una certa opposizione, ce ne saranno altre che possono dire la loro, valuta negativamente il bilancio di metà mandato. Quello annuale è naturalmente falsato dall’emergenza pandemica che tutto copre e tutto salva grazie agli aiuti del governo nazionale che ha quasi azzerato gli effetti negativi della crisi da covid: tocca ora al sindaco lanciare le strategie giuste per la ripresa.

A metà mandato un bilancio nettamente insufficiente, prima di tutto per un programma elettorale per nulla rispettato. Non si può prendere in giro una città con 8 punti da attuare per ‘risvegliarla’ e non dire nemmeno perché le cose non si sono fatte.

Da due anni sentiamo solo canzonette, gli stessi ritornelli, ma non abbiamo visto nulla, e ad ogni intervento del sindaco c’è la novità strabiliante: eravamo fermi agli ascensori orizzontali e obliqui che dal Carmine ci dovrebbero portare a Ibla, ora siamo al tunnel sotterraneo che da una ipotetica stazione di Cisternazzi ci dovrebbe portare, immobili su una scala mobile orizzontale, all’ospedale.

Si sogna per il Marino, per la Vallata Santa Domenica, per Cava Gonfalone, per la torre e il parco del castello, ma non viene mostrato un solo progetto, si deve risvegliare la città ma si concentrano le attenzioni su Marina di Ragusa e sul Castello, si ignora, quasi, Ibla per concentrarsi sul centro storico superiore, ma restiamo sempre nel campo delle ipotesi future, un bilancio non si può tracciare, se non che si è pensato molto, quasi ad avere la presunzione di essere fra i pochi in grado di pensare.

Quando, in un incontro con i giornalisti, si va a parlare, sempre come progetto futuro, di un piano comunale per le emissioni sonore, quasi ignorato dalla stampa, significa che si ha poco da dire di nuovo. Il tutto in un contesto di opere progettate dai predecessori e di molte opere che rappresentano l’ordinario per una gestione accettabile della città. Per questo sindaco anche il consolidamento di un costone roccioso diventa segno distintivo dell’amministrazione. Il sindaco deve sperare che Ragusa e i ragusani restino nel loro torpore, se si svegliano saranno dolori.

 

Un simpatizzante Cinque Stelle deluso

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