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Lettera aperta al sindaco  di Pozzallo. Migranti alla fame

Tempo di lettura: 4 minuti

Roberto, come tu ben sai, ho ricoperto ruoli politici all’interno dell’amministrazione comunale, sia come consigliere comunale che da assessore. Anche se adesso non ho un ruolo politico diretto, ti scrivo da semplice cittadino, che ha a cuore tutto quello che riguarda la nostra città, anche se le posizioni su molte tematiche restano diverse.
Ti scrivo per informarti che, mentre sei intento ad addobbare l’albero di Natale e a progettare altre rotatorie, dall’hotspot di Pozzallo, fra gli immigrati ospiti della struttura, serpeggia parecchio malumore. Difatti, i richiedenti asilo del Centro hanno manifestato il loro disappunto con un video finito su Youtube appena qualche giorno fa, denunciando condizioni disumane, addirittura paragonate ai lager di provenienza. Denuncia raccolta da un agenzia di stampa internazionale. Da questo articolo, pare che le condizioni di permanenza degli immigrati nel centro siano alquanto disumane. Al di là delle posizioni di ognuno di noi, sul problema dell’immigrazione clandestina non è accettabile che a queste persone, dopo essere state accolte, vengano lasciate in una simile circostanza. L’accoglienza predicata e praticata non deve essere uno strumento solo per appaltare rotatorie, piazzette, palme etc etc, lasciando gli immigrati nell’indifferenza più assoluta. Più volte ho richiamato la tua attenzione sul problema dell’hotspot, nei vari gruppi di Facebook (tranne come ben sai, non posso più scrivere nella pagina ufficiale del comune, perchè non conoscendone il motivo, mi hai fatto bloccare, ma questa è un’altra storia), soprattutto in questo periodo di pandemia. Vero è che dal 12 ottobre, nei video e nei comunicati stampa ufficiali che vengono pubblicati nella pagina di Facebook del Comune, non si hanno più notizie riguardo gli sbarchi, eventuali spostamenti, non ultimi i trasbordi da Lampedusa e da Augusta e soprattutto della situazione sanitaria all’interno dell’hotspot. Alla luce di questo articolo, ed è per questo che ti scrivo, voglio capire se sei a conoscenza di come vivono e come sono trattati gli immigrati all’interno della struttura. Sei la massima autorità sanitaria in città, come mai non intervieni denunciando queste gravi situazioni tra l’altro già evidenziate dalla task force inviata dalla regione in piena estate? Pasti miseri, condizioni igieniche da far paura. Non ultimo, la notizia di Samir, il piccolo di sette anni, disabile, che non può avere accesso alle cure, come denunciato dal quotidiano Avvenire. Accoglierli per abbandonarli in condizioni disumane, così come denunciano gli immigrati, è di una gravità assoluta, così come il tuo silenzio assordante!!!! Siamo lapiriani nei giorni dispari, in quelli pari ci voltiamo dall’altra parte.
Ti invito ad intervenire presso le istituzioni di riferimento, affinchè l’accoglienza non sia solo una parola di circostanza da usare nei convegni, ma sia accoglienza umana a favore di coloro che avranno riconosciuto il diritto di asilo politico o di rifugiati.

Carmelo Distefano (foto)

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© Riproduzione riservata

9 commenti su “Lettera aperta al sindaco  di Pozzallo. Migranti alla fame”

  1. Tonino Spinello

    Sig. Distefano,
    Sarebbe ora di finirla di farci sentire in colpa per qualcosa che non abbiamo!
    Mettere davanti un bambino, rende facile la discussione e questo lo posso comprendere, ma ne lui ne i suoi genitori sono stati costretti ad attraversare il mediterraneo in queste condizioni. Tutti dobbiamo prenderci cura di tutto ma tutti si fanno i fatti propri, e tutti accumulano denaro per poi buttarci addosso le frustrazioni, i disagi e le umiliazioni di questi poveri disgraziati! E per giunta ci dobbiamo sentire in colpa quando tutti sanno del casino che c’è nel mondo e non solo in Italia.
    Questa lettera la mandi a Conte, o meglio a Lamorgese e Di Maio vedrà dove lo manderanno!

  2. Tonino Spinello, purtroppo sento opinioni pietose. Lei si allinea a tanta gente che giudica tutto e si sente superiore agli altri, pronto a condannare, e meno male che non ci sono armi… lei sicuramente sarà dalla parte dei più deboli, ama i cani e poi disprezza chi, colpevole secondo lei, di aver deciso di attraversare il mediterraneo per toglierle una fetta di benessere. Grandioso popolo il nostro, mi parla di frustrazione… ma di vergogna no.

  3. Dimenticavo: il sig di stefano è abituato, come tutti d’altronde, a dare del tu, anche alle figure apicali delle istituzioni.

  4. Ma se, mettiamo il caso, il Sig. Spinello (e purtroppo tanti come lui), non riuscisse più a portare il classico “tozzo di pane” a casa sua, che farebbe? Io credo che si darebbe da fare affinchè possa riuscire a portarlo questo benedetto “tozzo di pane”. Bene, ecco dimostrato il motivo per cui l’alta maggioranza di questi immigrati sbarcano in Italia.

  5. Tonino Spinello

    ‘zulu,
    Non le posso rispondere, non riesco a dialogare con gli sciocchi!
    Detto alla Trump: “Lei è licenziato, mi dispiace”!

  6. Certo ex consigliere come dice lei . .
    Il sindaco quale Massima Autorità Sanitaria Locale potrebbe , di tanto in tanto disporre un qualche TSO per qualcuno affetto da ludopatia galloppante . . . e spostare gli importi incamerati per qualche pezzo di pane in più da devolvere per gli immigrati .

  7. N’zulù i “richiedenti asilo” che oggi lamentano le condizioni dell’hotspot avrebbero potuto (proprio perchè rifugiati di guerra) avanzare una legittima richiesta di ingresso in Italia ed entrare con tutti i diritti di protezione internazionali previsti per l’area Shengen, anzichè mettersi su un barcone e lamentarsi oggi dell’hotspot.
    Non mi giro dall’altra parte di fronte a questi problemi ma non condivido questi pseudo-drammi raccontati dal Di Stefano, mi preoccupano di più coloro che hanno perso il lavoro per colpa del lockdown o delle zone rosse, che lo stato intervenga per loro

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