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Eritrea-Tigray: antagonismo etnico e potere regionale

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La rivalità tra il Fronte di liberazione popolare del Tigray e il Fronte di liberazione popolare Eritreo dura da decenni. Inizialmente il fronte del Tigray fondato nel 1970 per combattere l’indipendenza dall’Etiopia era stato vicino al fronte eritreo. Gli eritrei aiutarono ad addestrare le prime reclute del Tigray nel 1975-6, nella loro lotta condivisa contro le forze del governo etiope per il diritto all’autodeterminazione. Ma nel bel mezzo della guerra contro l’autoritario regime marxista Derg (Comitato) instauratosi a cavallo degli anni ’70 il rapporto tra i due fronti popolari si inasprì rapidamente principalmente focalizzato sull’identità etnica, demarcazione dei confini, tattiche militari e ideologia. Il fronte del Tigray alla fine, anche se a denti stretti, ha riconosciuto il diritto all’autodeterminazione degli eritrei e ha deciso di lottare per la liberazione di tutti i popoli etiopi dalla tirannia del regime Derg. Ben presto iniziarono insurrezioni armate e movimenti socio-politici che includevano i fronti del Tigray e Eritrea. Nel maggio del 1991 i due fronti unite le forze rovesciarono il regime Derg: i tigrini formano il governo a Adis Abeba, mentre il fronte eritreo liberò l’Eritrea che divenne stato indipendente. In realtà l’accordo e le buone maniere tra i due gruppi finirono presto e sono continuati fino al recente ingresso al governo di Abiy Ahmed.

Riconciliazione e nuovo inizio

All’inizio degli anni ’90 si parlava molto di riconciliazione tra Meles Zenawi dell’Etiopia e Isaias Afeworki dell’Eritrea. I due governi avevano firmato una serie di accordi sulla cooperazione economica, difesa e cittadinanza. Sembrava che l’inimicizia iniziata nella guerra di liberazione dall’Etiopia fosse finalmente lasciata alle spalle. Lo stesso Meles lo confermò nel 1993 durante le celebrazioni dell’indipendenza dell’Eritrea. Ma ben presto riaffiorarono nuove tensioni. Nel corso del 1997 le controversie irrisolte sui confini sono state aggravate dall’introduzione di una nuova moneta da parte dell’Eritrea, peraltro prevista nell’accordo economico firmato nel 1993. Ma alla fine i commercianti del Tigray si rifiutarono di riconoscere il nuovo conio che causò il crollo degli scambi commerciali. Nel 1998 scoppio una nuova guerra su larga scala sul conteso confine di Badme. I combattimenti si estesero rapidamente lungo tutta la line di frontiera condivisa, lunga 1.000 km. Ne scaturì una battaglia furibonda con attacchi e bombardamenti reciproci delle aviazioni. In realtà la storia dei confini non era altro che un pretesto per riportare a galla l’antagonismo etnico e il potere regionale. La decisiva offensiva finale dell’Etiopia nel maggio 2000 ha costretto l’esercito eritreo a un ripiegamento profondo nel proprio territorio.

L’accordo di pace

L’ accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea, firmato nel luglio 2018 da Abiy Ahmed e dal presidente eritreo Isaias Afeworki, ha formalmente messo fine al conflitto 1998-2000. Ma ha anche sancito l’emarginazione del Fronte di liberazione popolare del Tigray. Le astute manovre del defunto Primo Ministro Meles Zenawi, aveva portato l’Eritrea esattamente dove il Ministro voleva che fosse: un Fronte popolare di liberazione isolato e con scarso potere diplomatico. Non a caso l’accordo del 2018 ha ottenuto il pieno appoggio dello stesso presiedente eritreo Isais AfeworkI. Isaias aveva capito che Abiy Ahmed era l’uomo giusto per un accordo. Un riformatore politico e membro del gruppo etnico più numeroso a lungo sottomesso in Etiopia, gli Oromo, determinato a porre fine al dominio della politica etiope da parte del Fronte di liberazione popolare del Tigray. Ciò è stato effettivamente raggiunto nel dicembre 2019 quando ha abolito il Fronte democratico rivoluzionario popolare etiope, rinominandolo Partito della Prosperità. “A meno che Isaias non sia disposto a svolgere un ruolo costruttivo, deve essere tenuto a debita distanza hanno detto gli analisti politici, non ultimo per proteggere lo stesso accordo di pace del 2018”.  L’opinione è che la parola fine del conflitto etnico-politico tra Eritrea e Tigray è lungi dall’essere pronunciata.

Conte e il presidente etiope Adyi Ahmed Alì

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