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Confcommercio. Stime Istat e l’aumento dei prezzi al consumo

Confcommercio “E’ un tira e molla che va avanti da mesi dovuto essenzialmente alla fase emergenziale”
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Le stime Istat indicano un aumento dello 0,2% su base mensile e un calo dello 0,3% su base annua (dal -0,6% di settembre) per l’indice nazionale dei prezzi al consumo. A ottobre l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività provinciale di Ragusa è aumentato dello 0,2% su base mensile e sceso dello 0,3% su base annua. “E’ la stima diffusa dall’Istat con le voci che riguardano anche l’area iblea – sottolinea il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – secondo cui, anche a ottobre, l’inflazione al netto delle componenti più volatili, tra le quali quella degli energetici – caratterizzati dalla persistenza di tendenze negative dei prezzi – pur accelerando, rimane modesta. D’altra parte, la crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa si conferma vivace, trainata dagli incrementi dei prezzi degli alimentari freschi”.
La flessione dell’indice Nic al mese precedente è dovuta all’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,7% di settembre a +3,5%) e al minor calo di quelli degli Energetici regolamentati (da -13,6% a -9,6%). Accentuano invece la flessione i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -8,2% a -9,4%). La “inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe, rispettivamente da +0,1% a +0,3% e da +0,2% a +0,5%. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei Beni energetici regolamentati (+7,6%) e, in misura minore, di quelli dei Beni alimentari non lavorati (+0,9%), solo in parte compensata dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,1%). L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo. “Sono dati – chiarisce ancora Manenti – che da un lato ci dipingono la realtà nazionale, dall’altra quella locale che non vi si discosta poi molto. Si nota un mercato in grande affanno, tra tira e molla, che ricerca una propria identità e che, però, stenterà a trovarla perché gli ultimi provvedimenti assunti dal Governo nazionale costringeranno, giocoforza, i mercati a cambiare ulteriormente regime. E l’indice dei prezzi al consumo è destinato, quindi, a crescere a causa di una fase emergenziale che, ormai, va avanti da mesi”.

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