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Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha prorogato di due anni il mandato degli investigatori che hanno documentato esecuzioni, sparizioni e torture in Venezuela, che secondo loro potrebbero costituire crimini contro l’umanità. L’organismo ha condannato la “repressione generalizzata e persecuzione selettiva” delle forze di sicurezza e ha chiesto al governo del presidente Nicolás Maduro di collaborare con un esame preliminare aperto dalla Corte penale internazionale. “Continuiamo a vedere nuovi casi di uccisioni arbitrarie, torture e altre gravi violazioni dei diritti umani in quel paese”, ha detto Silvia Elena Alfaro Espinosa, ambasciatore del Perù alle Nazioni Unite a Ginevra. Gli fa eco l’ambasciatrice del Brasile, Maria Nazareth Farani Azevedo, che ha aggiunto “i risultati delle Nazioni Unite hanno “rinnovato la speranza di giustizia” tra i venezuelani”. Mentre l’ambasciatore venezuelano, Jorge Valero, ha respinto il testo, sostenuto anche dall’Unione Europea, considerandolo “un chiaro esempio di manipolazione e politicizzazione del Consiglio”. Gli investigatori delle Nazioni Unite, in un rapporto di settembre, hanno affermato che il governo di Maduro ha commesso violazioni sistematiche dei diritti umani. La gravità delle violazioni dei diritti umani, l’erosione dello stato di diritto e lo smantellamento delle istituzioni democratiche nel paese continuano a meritare il controllo di questo Consiglio ” ha affermato l’ambasciatore tedesco Michael Freiherr von Ungern-Sternberg, parlando a nome dell’Unione Europea. La risoluzione è stata adottata con 22 paesi favorevoli, tre contrari (incluso il Venezuela) e 22 astensioni (incluso il Messico). G.R.