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Alexej Navalny dimesso dal Charite….…di Giannino Ruzza

Tempo di lettura: 3 minuti

Chopin

Alexej Navalny dopo 32 giorni di degenza, di cui 24 in terapia intensiva al Charite di Berlino, è stato dimesso in quanto ritenuto in grado di lasciare l’ospedale. Come si ricorderà, l’oppositore del Cremlino era stato trasportato in Germania, il mese scorso, dopo essersi sentito male durante un volo nazionale in Siberia. Aviotrasportato in stato di coma dalla Russia a Berlino in presenza di evidenti sintomi di avvelenamento. Sulla scorta dei test effettuati in Germania, Francia e Svezia è stato stabilito che Navalny era stato avvelenato con l’agente nervino Novichok. “Le condizioni del paziente sono migliorate a sufficienza da consentirgli di essere dimesso”, riferisce in una nota l’ospedale Charite. “Sulla base dei progressi del paziente e delle condizioni attuali, i medici curanti ritengono che sia possibile una totale guarigione. Tuttavia, è ancora troppo presto per valutare i potenziali effetti a lungo termine del grave avvelenamento”, hanno concluso i sanitari. Niente di nuovo, invece, sul fronte responsabilità, nonostante le pressioni internazionali esercitate nei confronti del Cremlino, accusato di essere il mandante dell’avvelenamento. Mosca dal canto suo rifiuta, in assenza di prove certe, di aprire un’indagine sulla vicenda, negando ogni coinvolgimento. In un post pubblicato sabato sul suo account Instagram, Navalny ha detto di avere ancora difficoltà a usare il telefono, versare un bicchiere d’acqua o salire le scale perché le sue mani sono deboli e ha tremori alle gambe. Lunedì, Navalny ha richiesto al governo russo che gli vengano consegnati i vestiti che indossava quando è entrato in coma il mese scorso, accusando Mosca di aver sottratto importanti prove sul caso. Il duro oppositore del presidente Vladimir Putin ha detto che i vestiti gli sono stati tolti prima che fosse trasportato dalla Siberia in Germania per essere curato. L’unica cosa certa di questa vicenda è che ora Navalny sta bene dopo averla scampata bella. E le responsabilità, temo, si trasformeranno nel tempo in semplici supposizioni.

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