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Modica e la Casa di Toti. Intervista di Nele Vernuccio

La Casa di Toti è una  Comunità Residenziale per disabili – Albergo Solidale a Modica dove, in una dimora tipica della fine del ‘700, si fa conciliare impresa sociale e occupazione, ribaltando il concetto di assistenza al disabile, che da “fruitore” del servizio (Comunità), ne diviene, assistito da Tutor specializzati,  il “gestore” (Albergo). Una struttura importantissima pensata da Muni Sigona e dedicata al figlio Toti, della quale si sono ampiamente occupati i media nazionali, ottenendo sostegni economici diversi tra cui i proventi di un disco di Jovanotti.

Nele Vernuccio ha intervistato proprio Muni Sigona.

 Come è nata l’idea di creare la casa di Toti?

Il progetto casa di Toti nasce nel 2014 da un mio sogno, la mamma di Toti, un giovane oggi ventunenne neurodiverso.

Preoccupata per il difficile e incerto futuro di mio figlio, che finita la scuola avrebbe avuto attorno il “nulla” e sarebbe tornato a totale carico della famiglia, ho deciso di rigenerare a Modica, l’antica dimora siciliana della famiglia, da anni casa vacanze, nel primo albergo solidale.

 Puoi esplicitare nel dettaglio in cosa consisterà la “Casa di Toti”?

Un hotel gestito da ragazzi speciali, dove assistiti da tutor potranno “vivere” e “lavorare” da fruitori di un servizio (residenza) ne divengono gestori (hotel).

Un durante noi, un dopo di noi, un’impresa nel sociale.

La prima pietra è stata posta  il 26 novembre del 2016 e, oggi, Casa di Toti è quasi pronta. Ma occorrono ancora finanziamenti e in questo periodo difficile che il mondo sta attraversando ha rallentato tutto e mi preoccupa perché noi del terzo settore come sempre siamo poco considerati. Adesso confido in un aiuto nelle istituzioni per completare la nostra opera.

 Da chi sarà gestita la casa Toti?

La Casa di Toti sarà gestita da quattro educatori e da un responsabile psicologo. Questi si alterneranno 7 giorni su 7, 24h,  con turni di 6 ore con personale a turni di due operatori. Sarà quindi presto un centro residenziale e occupazionale.

Nel frattempo grazie alla collaborazione dello Studio Parentage, studio psicopedagogico fondato nel 2007 a Catania, l’associazione La Casa di Toti crea una cultura sul sociale, spingendo ogni singolo componente della rete (scuola, professionisti, famiglie, educatori, imprenditori) a chiedersi cosa ognuno di noi può fare per rendere possibile una realtà di vita che sia sostenibile per le famiglie stesse, che le sgravi dal senso di vuoto e di solitudine che le avvolge nel momento in cui arriva una diagnosi psicopatologica. E mentre i lavori di casa di Toti a Modica “galoppano”, in studio, a Catania,si offre un percorso integrato cognitivo comportamentale, l’utilizzo corretto di tutte le strategie comportamentali e la loro generalizzazione attraverso la costituzione di un linguaggio comune che passa, attraverso il percorso psicologico per i genitori, L’affiancamento dei ragazzi in percorsi di gruppo per sollecitare lo sviluppo di abilità integranti, l’indipendenza e il senso di autoefficacia. La costruzione di esperienze laboratoriali (cucina, informatica, arte, musica, sport, …). Da qui nascono con attenzione i primi percorsi di fine settimana, respiro per le famiglie, i percorsi ricreativi, ludici e gli stage presso la nascente Casa di Toti, come esperienze di indipendenza e di vita di gruppo, per crescere insieme a chi ci assomiglia di più e a chi ci tiene la mano solo se serve, operatori esperti con una propensione personale particolare, verso l’altro, non per assistere ma per aiutare a crescere. I patti con le aziende sostenitrici del progetto, che danno vita agli stage inclusione socio lavorativa, l’avvicinarsi dunque al mondo dei nostri ragazzi un passo per volta, sempre con gli operatori al loro fianco, con una progressiva distanza che va studiata caso per caso, i ragazzi cominciano a comprendere che hanno degli obiettivi anche loro, che possono fare, che il mondo aspetta anche loro, e tornano a casa con un bagaglio da condividere e raccontare ognuno per come può.

 Chi finanzia questa iniziativa?

Dopo aver costituito una Onlus, abbiamo iniziato a promuovere l’idea attraverso i Social e i Media, a progettare “La Casa di Toti,” dove vivranno sette ragazzi Speciali”, dai 18 ai 25 anni, a raccogliere i fondi tramite il Fundraising e il crowdfunding, a creare un team tecnico (responsabile dei lavori di costruzione) e un team specialistico psico-pedagogico (responsabile degli operatori e dei ragazzi speciali di tutte le età).Oggi la Casa di Toti è finanziata da imprenditori tramite il progetto “Fare Impresa nel Sociale” e da privati“Sporcatevi le mani”, progetti gestiti dalla Fondazione I Bambini delle Fate. Abbiamo partecipato a qualche bando e attendiamo i risultati. Molte imprese e fondazione bancarie hanno donato preziosi contributi. Anche il 5 per mille cresce ogni anno.

 In che cosa consiste il dopo di noi?

Sarà un dopo di noi perché noi genitori non siamo eterni e non vogliamo gravare sulle sorelle, i fratelli o parenti. La Casa di Toti sarà la loro casa per sempre.

 Se ti fa piacere puoi raccontarci qualcosa di Toti?

Toti è Toti. Non è solo autistico, ma le sue psicosi lo rendono ancora più speciale e difficile da gestire. E’ molto intelligente, allegro, sensibile, premuroso, buono. Ama essere circondato da amiche e amici……ama dare e ricevere. Ama la vita!

 Da mamma che futuro vorresti per Toti?

Da mamma vorrei un futuro protetto e sicuro. Un mondo a sua misura. Una certezza economica. Tanto amore!

Ringraziamo Muni per la disponibilità che ci ha concesso e auspichiamo che questo progetto possa realizzarsi anche in altre parti d’Italia.

Nele Vernuccio

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© Riproduzione riservata

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