
Il 15 aprile ricominceranno, dopo la breve pausa pasquale, le lezioni scolastiche con la modalità della didattica a distanza, che ormai è d’obbligo con il nuovo decreto sulla scuola, approvato lo scorso 6 aprile.
Niente zaini in spalla, ma semplicemente: un tavolo, una sedia e un supporto informatico (per chi ce l’ha).
In questi ultimi giorni però sono sorti tanti interrogativi, riguardante l’anno scolastico in corso, che volge alla conclusione, e quello futuro che inizia a mettersi su i nastri di partenza.
La didattica a distanza, attualmente l’unico metodo di insegnamento è costantemente monitorata dal ministero, anche se sembrerebbe che questa non è fruibile da tutti facilmente: mancanza di dispositivi, problemi di rete e poca presenza degli studenti.
L’annuncio di non pregiudicare le carriere scolastiche degli alunni a causa del diffondersi della pandemia, in parole semplici assicurare la promozione a tutti, proclamato due mesi prima della chiusura dell’anno, ha portato a un calo notevole della presenza degli alunni alle lezioni online.
La didattica a distanza è un ottimo sistema per poter garantire educazione e istruzione a milioni di studenti, ma potrebbe essere anche il pretesto, per alcuni di continuare a non fare nulla. Inoltre, la DAD (didattica a distanza) ha bisogno di essere regolamentata e uniformata. Da quando si è dato l’avvio del processo delle lezioni on line ogni istituzione ha seguito una sua idea, cercando di portare avanti i programmi, alcune scuole e alcuni docenti, che da tempo avevano avviato un sistema di distribuzione dei materiale attraverso piattaforme, si sono trovati avvantaggiati, altri si stanno adeguando passo passo, cambiando di volta in volta i metodi. Il rischio è sempre dietro l’angolo, nella stessa scuola potrebbero coesistere tante DAD quanti sono gli insegnanti. Questo è uno dei problemi da risolvere al più presto, occorre fruire tutti della medesima piattaforma.
La didattica a distanza volge verso la stabilizzazione per quanto riguarda le metodologie di lavoro, e questo favorisce e velocizza senza dubbio i lavori di insegnanti e studenti. Permangono due problemi da non sottovalutare: il coinvolgimento degli alunni che non posso permettersi un device o hanno problemi di rete e l’assenza prolungata di diversi studenti latitanti dopo l’annuncio della promozione di massa.