
Con decreto del Consiglio dei Ministri pubblicato il 17 marzo 2020 il Governo ha adottato misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e, tra queste, all’art. 4, la disciplina delle aree sanitarie temporanee. Gli organi d’informazione hanno dato notizia delle preoccupazioni del Governo regionale in ordine a decine di migliaia di persone, ipotizzate in 35.000 circa, che da Regioni del nord tendono a rientrare in Sicilia per sottrarsi al rischio contagio e che non poche, nei giorni precedenti, l’abbiano fatto in violazione delle disposizioni che ne impongono la denuncia della presenza sul territorio. Il Sindaco di Messina ha invocato più stringenti controlli e, a tale effetto, l’intervento dell’Esercito. L’avvocato Enzo Galazzo, ha scritto al presidente della Regione, al Prefetto di Ragusa e al sindaco di Pozzallo, per sottoporre all’attenzione l’opportunità di dare immediata attuazione al citato art. 4 che consente alla Regione di attivare, anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee, sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private o di altri luoghi idonei, per la gestione della emergenza COVID – 19, sino al termine dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri in data in data 31 gennaio 2020.
“I poteri di attivazione attribuiti alla Regione sono speculari agli altri previsti all’art. 6 del medesimo Decreto in favore del Capo del Dipartimento della Protezione Civile – dice Galazzo -. E’ oramai ben nota a tutti l’importanza di tempestivi interventi precauzionali posto che, solo ieri, sono stati registrati ben tremila nuovi contagi, e l’allarme dalla Lombardia, segnatamente da Milano, da Brescia e da Bergamo, dell’assorbimento di tutti i posti letto di terapia intensiva che impongono a quelle realtà di fare ricorso alla rete. E’ altresì tristemente nota la precarietà delle nostre strutture sanitarie e, in particolare, l’insufficienza dei posti letto di terapia intensiva anche a regime ordinario, con pazienti accettati dai presidi ospedalieri, non di rado, solo dopo vari e vani tentativi di ricovero presso altre unità.
Confido, per quanto sopra, che all’esito della necessaria e rapida ricognizione, siano prontamente acquisite aree sanitarie e strutture di ricovero, anche private, che in via temporanea possano contribuire alla proficua gestione della emergenza COVID – 19 e sino al suo termine”.