La nave Open Arms dell’omonima ong spagnola è entrata nel porto di Pozzallo scortata da motovedette della Guardia di Finanza e dalla Guardia costiera. La nave, con a bordo 363 migranti, si presenta inclinata di parecchi gradi sul lato sinistro, praticamente sono stati stati fatti sistemare i migranti per favorire le manovre di attracco.
Lunghe e scrupolose le prime visite a bordo di Open Arms effettuate dal team dell’Usmaf coordinato dal dottor Vincenzo Morello a bordo per oltre un’ora. Ci sono 98 minori non accompagnati. Solo un migrante al momento è stato trasferito all’Ospedale Maggiore di Modica per accertamenti medici.
In banchina medici e infermieri, presente anche il direttore sanitario dell’Asp, Raffaele Elia. «L’attenzione è alta, come sempre. Si procede a ritmi serrati, con procedure consolidate e standard. Come da prassi verifichiamo i paesi eventualmente attraversati negli ultimi 14 giorni per dirimere ogni di sospetto e va comunque detto che gran parte dei migranti ha sostato per mesi se non per anni in Libia prima della partenza». I 14 giorni sono i tempi indicati di incubazione del coronavirus. Le procedure sono seguite con grande scrupolo.
«Clima sereno – aggiunge Elia – ci sono tre controlli sanitari prima che i migranti entrino all’hot spot: il primo dell’Usmaf a bordo della nave e i successivi in banchina e prima dell’ingresso all’hot spot con due equipe coordinate dai medici dell’Asp Carmelo Scarso e Carmelo Lauretta».
Ieri nel tardo pomeriggio è arrivato il via libera del Viminale per lo sbarco nel porto di Pozzallo, dopo il rifiuto da parte di Malta.
I 363 migranti erano stati soccorsi in cinque interventi differenti.