
Venerdì sera una finestra della Casa Evangelica Valdese di Vittoria è stata incendiata da due giovani (come tanti che affollano i locali della movida), che hanno agito di nascosto, incoscienti dei rischi che il loro gesto avrebbe potuto provocare. Poco cambia se quella finestra è un’apertura verso il mondo degli ospiti, migrante e disabile ma si è corso il rischio che un essere umano potesse farsi del male. “Se il loro obbiettivo era divertirsi – dice Michele Melgazzi, Direttore della Casa Valdese – che divertimento c’è ad appiccare un incendio? -, sarebbe l’ulteriore e non necessario episodio che dimostra il fallimento degli interventi educativi e l’abbandono delle istituzioni formative. L’ennesimo episodio di una gioventù bruciata, che mette in cattiva luce l’intera comunità vittoriese e manda in fumo gli sforzi di riscatto degli onesti. Se così è, continueremo con maggiore vigore a portare la nostra testimonianza di solidarietà nelle scuole e nelle strade, dove c’è più bisogno.
Se l’intento, invece, era intimorirci o spaventarci, sappiano che non indietreggeremo di un passo nella nostra opera ma, a testa alta e con il sorriso in viso, ne faremo altri cento in avanti. Continueremo ad aprire la porta a chi proviene da lontano e ha bisogno di aiuto; a vivere insieme da cittadini, nel rispetto delle leggi; a coltivare la fratellanza come membri di un’unica comunità; a seminare umiltà nel lavoro e coraggio nella lotta alla mafia e alle ingiustizie.