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Governo: un po’ Bruxelles un po’ Venezuela…..l’opinione di Rita Faletti

Prima che la maggioranza dei senatori (169) promuovesse la nascita del governo giallorosso, il pomeriggio di ieri è stato dominato da un acceso scambio di botta e risposta tra Salvini e Conte. Il senatore della Lega, parzialmente ripresosi dallo stramusone che si è autosomministrato, ha definito il premier uomo per tutte le stagioni e il suo governo il Conte-Monti.Onestamente, non si può fingere che tutta l’operazione non sia nata sotto il segno del trasformismo, al quale un po’ tutti hanno collaborato, dentro e fuori del paese. “Ricompenseremo il governo”(Oettinger un mese fa). Un riconoscimento andrebbe anche a Salvini che si è augurato un gigantesco e inconsapevole “vaffa” assai ben riuscito. Ma al nemico che ha permesso il governo del “sollievo”, come Severgnini ha definito il Conte bis,si nega anche il piacere dell’ultima sigaretta che si concede a un condannato. C’è stato persino un giornalista Rai, tale Fabio Sanfilippo, che, eguagliando il livello di intelligenza e sensibilità di un proctodeato, ha invitato Salvini al suicidio. Un abisso tra l’energumeno e chi ha scritto che il capo della Lega dovrà ripensare a se stesso “normalizzato soprattutto per quelli che amano la democrazia liberale e l’umanitarismo sorvegliato e non narcisista”(Giuliano Ferrara). Al Senato, la discussione è proseguita con gli interventi di Gianluca Perilli, vice presidente Vicario dei Cinque stelle, che ha decantato i venti punti irrinunciabili per il movimento, tra cui revoca delle trivelle, ambiente, welfare e democrazia diretta. Democrazia diretta? Matteo Richetti, Pd, uno dei cinque senatori astenuti, intervistato subito dopo la votazione, ha commentato con durezza l’apoteosi sulla democrazia diretta e sul governo nato sotto l’insegna della paura e del cinismo e su basi di conveniente ambiguità. Come si fa ad accettare un premier firmatario di provvedimenti vergognosi, che ha aggravato la propria posizione passando dai verdi ai rossi e dicendo che con i verdi aveva governato bene? “Non mi fido dell’abilità dell’avvocato del popolo che quando cambia il popolo rimane avvocato. Non approvo l’alleanza con un movimento che ha fatto parte di un governo disastroso, che ha approvato una riforma della giustizia che contiene elementi clamorosamente sbagliati di impronta giustizialista, che ha assegnato al teorico della democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio e a Di Maio, amico dei gilet gialli nemici di Macron, la Farnesina”. Alla domanda se si senta vicino a Calenda, Richetti ha risposto affermativamente., aggiungendo che, insieme, cominceranno a costruire uno spazio fondato su ideali comuni. Anche Gianluigi Paragone si è rifiutato di sostenere questo governo “dell’assurdo”, astenendosi. Tra i contrari (133) la senatrice Annamaria Bernini, FI, che ha citato alcune strofe da un noto brano di Giorgio Gaber, “Il Conformista”, alludendo al premier Conte. “Io sono un uomo nuovo…da un po’ di tempo ambientalista…come un po’ tutti socialista…..al tempo stesso liberista….sono progressista, antirazzista……uno che sta sempre dalla parte giusta…” E ha concluso: “Questo governo è un abuso politico di cui l’ottanta per cento degli italiani ha paura: ci saranno più tasse, più debito, patrimoniale sui beni e sugli asset. Il nostro è un NO semplice, ma fermo. Mai con i Cinque stelle”. Più tardi, a “Otto e mezzo”, Cacciari: questa alleanza andava preparata e discussa. Governo trasformista nato in stato di necessità per paura delle elezioni. L’inizio non è positivo. Questo è il governo Conte-Renzi. L’ex segretario del Pd è passato dall’#senzadime a con me. Marco Travaglio: fusione a freddo che potrà funzionare se faranno qualcosa di buono. Severgnini: “Cosa vogliono fare non l’ho capito. Il programma è vasto e vago, mancava l’esplorazione spaziale. Governo di una sinistra pasticciona e di una sinistra più ordinata e strutturata. Conte avrebbe dovuto fare un po’ di autocritica. I primi atti del governo ci faranno capire se c’è una remota possibilità di svolta. Rimangono due punti da chiarire: l’immigrazione e le autonomie delle regioni del nord che non vanno trascurate essendo la locomotiva del paese. In quelle regioni le amministrazioni leghiste lavorano bene, io che sono lombardo e Cacciari veneto possiamo confermarlo. E non si deve dimenticare che tanta gente è ancora sovranista e populista. Del resto, anche Merkel e Macron sono sovranisti, ma fanno il bene dei loro paesi. Quello che il precedente governo non ha fatto”. La serata continua da Floris. Arriva Zingaretti, tutto soddisfatto. “Mai più contratti, abbiamo costruito un programma comune per gli italiani e le italiane. Schiena dritta e governo serio”. La solita forzatura stucchevole dell’uso del femminile accanto al maschile (le italiane apprezzerebbero di più la perequazione salariale), il solito richiamo al tentativo di unirsi anche solo per un motivo. L’impressione sgradevole di un dejà vu che si è ripetuta con Di Maio. Nessun accenno al debito pubblico, nessun riferimento ai punti più controversi: Ilva, Tav, Alitalia, 160 tavoli di crisi, un programma nato su omissioni di comodo, che non è un programma, ma una quasi ammissione di impotenza con, al centro, la redistribuzione, cavallo di battaglia della sinistra sinistra. C’è il sospetto che ben poco si farà per la crescita. Unico aspetto positivo, la professione esplicita di europeismo, apprezzata da Bruxelles, ma non funzionerà certo a favore di un’apertura di credito. ritafaletti.wordpress.com

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1 commento su “Governo: un po’ Bruxelles un po’ Venezuela…..l’opinione di Rita Faletti”

  1. Tutto ed il contrario di tutto . . tipica commedia all’italiana .
    Intanto dietro le quinte e sotto la ribalta , ben protetto .. c’è il “gobbo” del Pd che suggerisce . .
    Sotto il cupolino ha teso il tranello a Salvini . . per le sue mire ambiziose e spocchiose mascherate .
    Ma conoscendo l’ardore ed il temperamento dei leghisti . . aspettiamoci “colpi gobbi”.
    Ed intanto il Sud scivola sempre più a sud , cosi come dopo la trasferta di Garibaldi a Marsala .

    N.B. Garibaldi fu il “Primo Libero Muratore della costituente Massoneria”

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