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“Dopo che, alla fine dello scorso mese di giugno, il sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì, incontrando una delegazione di Arcigay, si è espresso a favore dell’organizzazione del primo Gay Pride in città, si è registrata, qualche giorno dopo, una dura presa di posizione di Fratelli d’Italia, che la candidatura dell’attuale primo cittadino ha sostenuto, sottolineando di essere assolutamente contraria a tale evenienza. Da quel momento in poi è calato il silenzio. Nessuno, da palazzo dell’Aquila, ha più detto niente. Che si siano rimangiati la disponibilità? E, soprattutto, l’aspetto che più interessa dal punto di vista politico, quale sarà l’atteggiamento di FdI in ordine al sostegno fornito all’attuale esecutivo cittadino? FdI ha sempre avuto le idee chiare, meno la Giunta municipale”.
E’ il presidente dell’associazione Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, a chiederselo prendendo spunto, tra l’altro, dalla possibilità che avrebbe il sindaco di ampliare la compagine assessoriale, sfruttando la normativa recente, così come già accaduto in altri Comuni iblei. “E, invece – continua Chiavola – da questo punto di vista sembra tutto congelato. Per quale motivo? Che cosa sta succedendo a palazzo dell’Aquila? Quali sono le dinamiche politiche che riguardano da vicino la squadra di governo? E’ facile percepire un certo imbarazzo, in seno all’esecutivo, quando si affrontano certe tematiche legate alla sfera politica. Regna una confusione politica che, a lungo andare, non farà bene alla città. Il sindaco sembra avulso da qualsiasi ragionamento che abbia una matrice politica, sembra navigare a vista da questo punto di vista. E ritengo che tale modus operandi non sarà andato bene agli attivisti di Fratelli d’Italia. I quali, dopo il sostegno fornito a Cassì, si sarebbero attesi, com’è ovvio che sia, un minimo di considerazione politica. A fronte di tutto ciò, abbiamo una città che sembra sempre più il fantasma di se stessa. Nessuna visione d’insieme per cercare di rilanciarla. Le continue saracinesche abbassate nel centro storico, il depauperamento complessivo di questa parte di Ragusa, che nessuno sembra in grado di fermare, dovrebbero chiaramente indicare all’amministrazione comunale quale dovrebbe essere una delle priorità. Invece, tutto fermo. Cosa succederà nei prossimi mesi? Difficile dirlo. Ma riteniamo che ci vorrà una inversione di rotta per salvare Ragusa da questo lento e inesorabile declino”.