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Indovinelli, tradizioni, racconti, poesie e aforismi dialettali iblei al centro del IV sabato letterario del Caffè Quasimodo di Modica

Un ottimo intervento sulle tradizioni popolari, il dialetto, gli indovinelli, i racconti, i modi di dire e i proverbi a cura di Grazia Dormiente, poetessa ed entnoantropologa , ha fatto da cornice allo scorso sabato letterario del Caffè Quasimodo , che ha messo in risalto il valore del dialetto e della cultura popolare degli Iblei, attraverso una lettura di opere di autori locali: Gino Armenia, Peppino Burgio, Giovanni Ragusa e Astrid Ragusa, e Giovanni Stracquadanio.
Non è certo una letteratura minore quella che si è voluto mettere al centro della serata, atteso che – come ben ha evidenziato la Dormiente – il 17 ottobre del 2013 la Conferenza Generale dell’Unesco ha approvato la convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, per la tutela della cultura tradizionale e del folclore del nostro pianeta.
Il pericolo di una estinzione sarebbe davvero una perdita, ecco perché dando spazio a questi autori si è voluto lanciare il messaggio che occorre continuare a “tenere vivi , come affermato da Grazia Dormiente, i tratti linguistici da cui promana ancora l’arguzia, la creatività e la sonorità della tradizione orale”.
Un pubblico attento e coinvolto ha ascoltato le declamazioni di poesie, proverbi, aforismi, filastrocche, indovinelli fatte dagli stessi autori dei volumi al centro della serata, e anche da due poeti del Caffè Quasimodo, Gianni Di Giorgio e Carmelo Di Stefano.
Ai ‘nniminagghi(indovinelli) del modicano Gino Armenia, “contrassegnati da versi facili e a volte rimati, evocanti il gioco allusivo e traslato nel doppio senso”, si sono alternati gli aforismi del monterossano Peppino Burgio, i quali – ha evidenziato Grazia Dormiente – “si soffermano sul bene e sul male , su verità e menzogna, su potere e politica”. Incisivi anche i racconti del modicano Giovanni Ragusa(detto Nanninu), letti dalla figlia Astrid, racconti accompagnati da una serie di ricette della nostra tradizione in parte sconosciute, come pure affabulanti sono stati i testi poetici e proverbiali e le filastrocche di Giovanni Stracquadanio, la cui raccolta “ è meritoria – ha concluso Grazia Dormiente – poiché attesta la persistenza di modi di dire, sottratti alla smemoratezza dei più”.
“ Abbiamo voluto dedicare una serata dei nostri appuntamenti – ha affermato Domenico Pisana, Presidente del Caffè Quasimodo, – ad alcuni cultori ed appassionati delle nostre tradizioni iblee, al fine di far risaltare come dentro questo mondo siano presenti realtà valoriali che non vanno perdute nel tempo, e per non cancellare quella memoria storica che spesso si conserva proprio in questi detti popolari, nei miti, nelle leggende e nei racconti degli anziani, che rappresentano certamente delle fonti orali di umana sapienza da non consegnare all’oblio ma da valorizzare”
La serata, coordinata dalla poetessa Antonella Monaca, è stata arricchita dal Duo Coppola, composto da Enza Strazzulla alla chitarra e Giuseppe Coppola alle percussioni, che ha appassionato gli intervenuti con canti popolari molto belli, ricchi di passionalità e molto in sintonia con le opere presentate.

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