“Anche noi del Pd ci teniamo a intervenire per manifestare la nostra solidarietà a Irene Di Raimondo, la giovane imprenditrice la cui agenzia di viaggi, domenica mattina, in pieno centro storico, a Ragusa, è stata devastata da un incendio. L’ho personalmente contattata per manifestarle il mio personale rammarico e quello dell’intero partito per quanto accadutole”.
E’ il segretario cittadino del Partito Democratico, Giuseppe Calabrese, a comunicarlo dopo che la vicenda, per l’assurdità e la gravità dell’accaduto, ha tenuto banco in queste ultime ore. “Sentire che un’attività commerciale insediata in centro – aggiunge Calabrese – abbia subito un furto è purtroppo qualcosa a cui, di recente, siamo stati abituati. Prendere atto, però, che dopo questo furto è stato appiccato un incendio, sfugge a ogni tipo di previsione. E’ un quadro sempre più degradato quello che viene dipinto nel contesto di una problematica seria, quella riguardante il centro storico superiore, che deve essere affrontata con determinazione”. Poi, il segretario Calabrese fa un’altra riflessione che coinvolge in maniera diretta il sindaco Federico Piccitto. “Abbiamo letto, in queste ore – continua – attestati di solidarietà trasversali indirizzati alla giovane imprenditrice. E del resto non potrebbe essere altrimenti. Ci saremmo attesi anche una presa di posizione del primo cittadino, quantomeno un rincrescimento per la gravità dell’episodio e una dichiarazione di solidarietà per fare sentire la vicinanza di tutta Ragusa a questa persona che ha fatto sapere che non investirà più nella nostra città perché non si sente sicura. Invece, niente. Almeno finora. Per questo invitiamo Piccitto, che ancora fino ad oggi rappresenta Ragusa, a fare sentire la propria voce, una telefonata, un invito a palazzo dell’Aquila, qualcosa insomma per cercare di fare in modo che la giovane imprenditrice che aveva investito nella nostra città possa percepire il cuore di Ragusa. Se invece Piccitto continuerà a stare in silenzio, avrà perso una occasione e, soprattutto, avrà dimostrato a tutti il motivo reale per cui non si candida più: la sua incapacità nel sapere cogliere la gravità di certi momenti”.