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Ancora sbarchi al porto di Pozzallo, anche donne in gravidanza

Trecentotrenta i migranti traghettati ieri al porto di Pozzallo dalla nave militare spagnola “Santa Maria”: 195 uomini, 95 donne e 40 minori. Quattro donne in stato di gravidanza sono state accompagnate in ospedale. Numerosi i casi di scabbia. In soprannumero, come succede spesso, il Centro di primo soccorso – hotspot.
Sono 3.176 i fuggitivi sbarcati sulle nostre coste dal 1 gennaio 2018 ad oggi. Numero inferiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno.

Tuttavia il ministro dell’Interno Marco Minniti ed il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni non possono non essere preoccupati.
In Libia si spara. L’accordo raggiunto a fatica nei mesi scorsi tra il nostro Paese e quello che fu il regno di Gheddafi è saltato. A questo punto, in vista delle elezioni in Italia, pare stia profilandosi la partita del ricatto.
Intanto la nuova missione in Niger decisa dal governo italiano nasce dalla esigenza di essere presenti in un Paese che è diventato il principale crocevia del traffico di droga, armi, esseri umani e decine di prodotti contraffatti gestiti da organizzazioni criminali di etnia tuareg e tebu che fanno affari con banditi jihadisti.
L’Italia ha inviato in Niger, Paese finito per la sua posizione geografica al centro dell’interesse di tutte le potenze occidentali, 470 soldati, 130 mezzi terrestri e due aerei, per un’operazione che per il 2018 ha un costo di 50 milioni di euro.
Ma per risolvere il complicatissimo problema della mobilità forzata di intere popolazioni in fuga dall’Africa verso le nostre coste, occorre, ora più che mai, elaborare un progetto internazionale di crescita e sviluppo, Piano Marshall per l’Africa, di cui, purtroppo, in un’Europa di sordi, finti sordi, non si intravede ancora traccia alcuna.

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