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Piano di Rientro Iblea Acque, PD Ragusa segnala criticità alla Corte dei Conti

Ribadita la necessità di trasparenza e tutela delle casse comunali
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Ragusa – I Consiglieri comunali del Partito Democratico di Ragusa, Peppe Calabrese (Capogruppo), Giuseppe Podimani e Mario Chiavola, unitamente al segretario cittadino del partito Riccardo Schininà, intendono fare chiarezza sulla delicata questione del piano di rientro del debito vantato dal Comune di Ragusa nei confronti della società partecipata Iblea Acque che gestisce rete idrica in provincia.

“Dall’1 maggio 2023 – riassumono dal PD di Ragusa – Iblea Acque gestisce il Servizio Idrico Integrato, ma nonostante ciò, il Comune di Ragusa ha continuato a sostenere direttamente ingenti costi operativi, in primis il pagamento delle utenze elettriche degli impianti idrici. Ciò è accaduto a causa del grave ritardo e della mancata completa voltura di tali utenze da parte di Iblea Acque. Ad oggi, circa il 20% delle utenze è ancora intestato al Comune, comportando un esborso mensile di circa 130mila euro, mentre la società incassa i proventi tariffari dagli utenti ragusani. Questa situazione anomala ha generato un credito del Comune verso Iblea Acque che sfiora i 10milioni e 400mila euro, maturato a seguito di anticipazioni finanziarie, cifra che, secondo stime, arriva a 14 milioni di euro IVA compresa. A fronte di tale situazione l’amministrazione ha portato in aula una proposta di piano di rientro articolato nell’arco di ben cinque anni e approvata dalla maggioranza in Consiglio comunale mercoledì sera”.

“Abbiamo segnalato in aula e scriveremo alla Corte dei Conti – continuano gli esponenti dem – per evidenziale che questa dilazione appare eccessivamente lunga rispetto alle esigenze di cassa del Comune e a ipotesi di rientro precedentemente prospettate, che parlavano di meno di due anni o al massimo tre anni. Concedere una dilazione così estesa equivale, di fatto, a un credito di medio termine senza adeguate garanzie di recupero immediato, penalizzando l’ente creditore. Le criticità del piano si aggravano considerando che la proposta non prevede garanzie finanziarie o patrimoniali a tutela del credito comunale, né assume la forma di un titolo esecutivo. L’accordo si baserebbe unicamente sulla “buona volontà” della società debitrice, esponendo il Comune a significativi rischi in caso di inadempimento e alla necessità di intraprendere lunghe e incerte azioni legali ordinarie”.

“Tale situazione – spiega in particolare Peppe Calabrese – con l’ente che continua ad anticipare costi operativi della partecipata e propone un piano di rientro lungo e privo di garanzie, solleva il forte sospetto di una potenziale violazione del divieto di soccorso finanziario, norma che vieta agli enti pubblici di sostenere finanziariamente le proprie partecipate al di fuori delle modalità consentite. Un allarme che non è nuovo: il Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Ragusa, infatti, ha più volte richiamato l’attenzione sulla necessità di monitorare e velocizzare il recupero dei crediti da Iblea Acque. I Revisori hanno esplicitamente raccomandato “di evitare l’erogazione di ulteriori anticipazioni nel breve/medio periodo, nonché proroghe dei termini di pagamento del debito da parte della partecipata eccessivamente dilatate nel tempo, in quanto potrebbe configurarsi l’ipotesi di violazione del divieto di soccorso finanziario”. Nonostante queste chiare indicazioni, l’Amministrazione ha deciso di disattendere tali raccomandazioni con la proposta di piano quinquennale e il persistere delle anticipazioni. Di fronte a questa situazione, le forze politiche di opposizione all’amministrazione Cassì (PD, FdI, M5S, FI e DC), unitariamente hanno presentato emendamenti e pregiudiziali volti a correggere le storture del piano, mirando a subordinare l’accordo al previo parere della Corte dei Conti sulla conformità procedurale e il rispetto dei principi contabili, con particolare attenzione al divieto di soccorso finanziario; sottoscrivere l’accordo in sede di negoziazione assistita per conferirgli efficacia di titolo esecutivo; subordinare la sottoscrizione alla voltura completa di tutte le utenze, così da cristallizzare il debito ed evitare ulteriori anticipazioni comunali; limitare, infine, la dilazione di pagamento a un periodo non superiore a tre anni, prevedendo un acconto più congruo (almeno 25%) in sede di stipula. Purtroppo, queste proposte unitarie sono state rigettate dall’Amministrazione, che ha insistito sulla necessità di votare il piano proposto, nonostante le evidenti criticità. Sorprende, inoltre, che il sindaco Cassì non si sia posto il minimo dubbio sulla correttezza della procedura e abbia deciso di tirare avanti, forzando i propri consiglieri che, durante la seduta, sembravano piuttosto in imbarazzo sul da farsi”.

“Di fronte a questa chiusura e alla manifesta volontà di portare avanti un piano che riteniamo dannoso per le finanze comunali – commenta il segretario Riccardo Schininà – il Partito Democratico non si ferma. Abbiamo già scritto due lettere alla Corte dei Conti e, ora, procederemo con l’invio di una terza segnalazione formale alla Sezione regionale di controllo per la Sicilia della Corte dei Conti, ai sensi dell’art. 148-bis del D.Lgs. 267/2000. Chiediamo alla Corte dei Conti di esprimere il proprio autorevole parere e di valutare con urgenza: la conformità procedurale della proposta e la competenza dell’organo deliberante, verificando se non vi sia un tentativo di eludere le responsabilità; la sussistenza di possibili irregolarità finanziarie, esaminando la legittimità della dilazione quinquennale senza garanzie e il protrarsi delle anticipazioni; se le azioni del Comune configurino una violazione del divieto di soccorso finanziario o abbiano causato un danno erariale. È incomprensibile la fretta di sottoscrivere un accordo così svantaggioso per il Comune. È indispensabile che i cittadini sappiano che mentre ognuno di loro paga le bollette di Iblea Acque, il Comune continua a pagare bollette per conto della società partecipata”.

“Il Partito Democratico – conclude Schininà – continuerà a vigilare e a battersi per la tutela degli interessi dei cittadini e per la corretta gestione delle risorse pubbliche. Confidiamo nell’intervento della Corte dei Conti per fare luce su questa vicenda e ripristinare i principi di legalità ed efficienza”.

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