
Entro la fine di gennaio 2021, 1 milione e 700 mila persone potranno essere vaccinate contro il Covid-19. Saranno quelle appartenenti alle categorie maggiormente esposte al contagio: medici, infermieri, operatori sanitari di ospedali e residenze per anziani e persone fragili. Nella seconda metà dell’anno sarà disponibile un numero sempre maggiore di dosi per il resto della popolazione. Ai vaccini prodotti da Pfizen e BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Oxford University, se ne aggiungeranno presumibilmente altri ora in fase avanzata di sperimentazione. La prima somministrazione, che darà una risposta immunitaria ma non permanente dopo circa un mese, dovrà essere seguita da un richiamo per stimolare la memoria del sistema immunitario. A quel punto, gli anticorpi specifici saranno aumentati, aumentando così l’efficacia della risposta in tutti i gruppi d’età. Non si prevede l’obbligo di vaccinazione, che Sileri invece promuoverebbe per fasce d’età, ma si parla di patentini di identificazione dei vaccinati con riportate le località di vaccinazione. Quale la funzione? Calcolare, per sottrazione, il numero dei non vaccinati nella prospettiva di rendere obbligatoria la vaccinazione, fino a coprire oltre il 70 per cento della popolazione al fine di raggiungere la “immunità di gregge”, indispensabile perché il Paese possa considerarsi protetto dal virus? Se così fosse, sarebbe la conferma della mancanza di trasparenza di questo governo che teme l’impopolarità più di qualunque altra cosa. Stando a un sondaggio, infatti, un italiano su sei non pare proprio che scalpiti dalla voglia di mettersi in fila per sottoporsi alla vaccinazione. Perplessità e dubbi su efficacia e sicurezza nascono dal timore di effetti collaterali seri e dalla rapidità con cui i vaccini noti al pubblico hanno superato le tre fasi successive indispensabili per la validazione e la valutazione. Per fugare ogni sospetto sulla contrazione dei tempi, è stato chiarito che nessun passaggio è stato saltato e che la mobilitazione internazionale ha fatto sì che le procedure siano avvenute senza interruzioni e senza risparmio di risorse. Tuttavia, escludendo gli entusiasti che hanno già detto che i vaccini vorranno farli tutti, e gli scettici che, per carità, se ne terranno lontani, espressioni entrambi della diffusa estremizzazione nemica della ragione, credo che i benefici siano superiori ai rischi. Ricordiamo che la salute globale passa dai vaccini grazie ai quali l’umanità ha sconfitto malattie terribili. Ciò che al contrario desta inquietudine riguarda l’organizzazione, la logistica e il coordinamento delle varie operazioni che dovranno sovrintendere alla più grande vaccinazione di massa della storia, che si profila assai complessa. Il motivo della preoccupazione sta nella natura del prodotto che deve arrivare integro ad ogni singolo vaccinando. Integrità che dipende dalla conservazione a temperature molto al di sotto dello zero, per il Pfizen si parla di -75°C, condizione indispensabile per il mantenimento del materiale biologico contenuto nel vaccino. Il che richiede strutture adeguate in cui depositare le fiale prima del trasporto ai centri vaccinali e agli studi medici su tutto il territorio nazionale per raggiungere progressivamente la popolazione. L’intera operazione, dal momento dell’arrivo a porti, aeroporti e snodi ferroviari, alla somministrazione, dovrà svolgersi per tappe successive, concatenate tra loro e organizzate secondo modalità e tempi precisi. Un sistema integrato, con personale medico dedicato e materiale specifico, come ghiaccio secco e siringhe particolari che molti Paesi europei hanno ordinato da mesi in quantità enormi. Si tratta di aghi e siringhe di precisione che consentiranno di iniettare ad ognuno la giusta dose di prodotto evitando che parti infinitesimali vadano sprecate, contenendo, ciascuna fiala, cinque dosi di vaccino. E non potrà mancare un’adeguata campagna di informazione che dia alla popolazione le istruzioni necessarie perché si rechi nelle sedi prestabilite per la somministrazione in giorni e orari precisi. Una catena infinita che si interromperebbe se un solo anello si spezzasse. La maggior parte dei paesi europei è pronta, e l’Italia? Inadempiente e ultima in ordine di tempo, con mascherine, dispositivi di protezioni e reagenti per tamponi insufficienti durante la prima ondata, un’estate trascorsa tra sollazzi e chiacchiere su distanze buccali e banchi a rotelle che bastava una puntata a “Chi l’ha visto?” , vaccini anti influenzali arrivati con il contagocce e un onnipresente Arcuri che il 20 di novembre annuncia: “Confido che lunedì prossimo riusciremo a bandire la richiesta di offerta per acquistare siringhe e aghi e altri accessori indispensabili a garantire la somministrazione”. Una frase piena di sinistri presagi e il compendio del millantato modello Italia.
4 commenti su “Il supersonico super commissario…l’opinione di Rita Faletti”
Intanto non mi risultano , visto il periodo , sintomi influenzali di nessun genere !
Sarà un caso , ma non vorrei dedurne in merito . . .
Parto dal presupposto che il virus è stato creato in Cina.
Mi sono sempre chiesto: se un virus, è stato creato in laboratorio (da ignorante) penso che quantomeno sanno di cosa è fatto e quindi dovrebbero avere anche l’antivirus. Io non faccio un’arma se poi non mi assicuro che potrebbe uccidere me! Ma tralasciando questo, tutti si sono messi alla ricerca del vaccino non curandosi prima di appurare se i Cinesi mentono, oppure no, su tutta la vicenda. Si, d’accordo, ci sono andati gli ispettori, ma tutto è risultato regolare, o quasi. Le ricerche vanno finanziate, e con una pandemia in corso, non si bada a spese! Finito le ricerche e i “primi soldi” in tasca, si passa alle fasi I II III quindi altri finanziamenti ecc… Probabile che le multinazionali si autofinanziano, ma perché non sfruttare i fondi appositi? Comunque sia, i soldi in gioco sono tanti, e quelli che incasseranno, non si potranno contare, per non parlare dei titoli in borsa. Allora ho fatto una banale ricerca per capire come funziona il regolamento e la procedura per l’approvazione di un farmaco. Ho saltato le prime due fasi, per non allungare troppo il commento, la stima di tempo 1 anno per I e II fase.
“FASE III. Se un farmaco mostra efficacia, viene condotto uno studio più ampio. Questi studi clinici possono essere condotti in diversi centri (multicentrici) e in diversi Paesi, e possono durare diversi anni. Tali studi consentono ai ricercatori di valutare con maggiore precisione il potenziale del nuovo farmaco in una più ampia gamma di persone e confrontarlo con i trattamenti esistenti.
Autorizzazione EMA (European Medicines Agency). I dati di tutte le fasi precedenti e i risultati degli studi clinici vengono presentati all’autorità di regolamentazione competente. Se le autorità decidono che il nuovo farmaco è efficace, sicuro e incontra gli standard di qualità, viene rilasciata l’autorizzazione all’immissione in commercio o di licenza.
Autorizzazione AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Successivamente all’autorizzazione da parte dell’EMA, l’Agenzia Italiana del farmaco opera le sue valutazioni fornendo le indicazioni specifiche per l’utilizzo di quel determinato farmaco.”
Per farla in breve, dovrebbero passare “almeno” due anni per poterlo dichiarare sicuro e poterlo mettere in commercio. Qua si parla che in dodici mesi siamo vaccinati!
Devo confessarlo, forse sono troppo ignorante e sono io a non capire, eppure sarebbe facile capire, se tutti vanno in quella direzione allora è sicuro davvero?! Ma riflettendo su tutto ciò, sono arrivato alla mia conclusione; a nessuno permetterò di arricchire con la mia pelle! I soldi sono troppi e con i soldi si può tutto. Purtroppo!!!!
@Tonino Spinello
Possiamo sospettare tutto di tutti, ma non possiamo allontanarci troppo dalla realtà altrimenti sconfiniamo pericolosamente in un mondo costruito ad arte da fobie, frustrazioni, odio e desiderio di vendetta. L’intelligence americana, che certamente non fa sconti alla superpotenza asiatica in un clima di tensione alle stelle tra Cina e Stati Uniti, ha escluso che il Paese asiatico abbia deliberatamente messo in circolazione il virus. La sequenza genomica osservata nel Sars-CoV-2 dimostra l’avvenuto passaggio da animale a uomo, attraverso intermediari, cosa che avviene in situazioni di prossimità. La comunità scientifica ipotizza che la prima infezione si sia verificata in un laboratorio di ricerca biomedico in cui si lavorava da tempo sul virus e sui pipistrelli, responsabili, pare, del contagio. Quel laboratorio si trova a Wuhan, dove è scoppiata la pandemia e pare che l’incidente sia stato causato dallo scarso livello di sicurezza del laboratorio stesso. Che poi la Cina abbia tratto vantaggio dalla pandemia è evidente: prima ad essere colpita, prima a venirne fuori con successo. E’ altrettanto evidente che Xi Jinping abbia utilizzato la gestione del virus per dimostrare ai cinesi e al mondo che gli stati autoritari sono più efficaci delle democrazie nel tutelare la salute dei loro cittadini. Rimane il fatto che il virus esiste e uccide e che l’unico rimedio sono i vaccini, a meno che non si opti per il rischio o per la chiusura di tutto e la morte dell’economia. Un governo di persone capaci trova la formula per proteggere salute e economia. Non è il nostro caso. In quanto all’arricchimento delle case farmaceutiche, personalmente la cosa non mi disturba affatto, neanche il cane muove la coda per nulla e gli italiani lo sanno bene, anche quelli seduti in poltrona. Ultima cosa: il Partito comunista cinese ha deciso dai tempi di Den Xiaoping che “arricchirsi è glorioso”. Ha dato al paese più popoloso del pianeta via libera nello sforzo di usare il proprio talento e la propria fantasia per costruirsi un benessere senza precedenti. La Cina comunista, moderna, evoluta, tecnologicamente avanzata è piena di miliardari e diseguaglianze sociali. Il capitalismo tanto vituperato è la meta inconfessata di coloro che predicano l’uguaglianza, ma degli altri. In alternativa c’è la povertà per tutti.
Tutta questa rincorsa da parte delle aziende farmaceutiche al vaccino, è accettabile se la si guarda alla reputazione dell’azienda e ai profitti che ne scaturiscono. Non è accettabile invece se si mette in commercio un vaccino senza avere i dati sui test e soprattutto senza trasparenza alcuna. Tutto riservato, anche gli stanziamenti da parte della Comunità Europea che dovrebbero essere i primi a darne l’esempio. Quando c’è tutta questa riservatezza sulle informazioni, sui protocolli, sugli stanziamenti a occhi chiusi, come posso pensare a fidarmi di gente che per denaro non si fa scrupoli e per la quale non interessa la salute delle persone ma il profitto? E che profitto! Le informazioni scientifiche e i pareri dei medici-scienziati oltre ad essere discordanti tra loro, non danno sicurezza alcuna ne sul piano terapeutico e ne sugli effetti collaterali, e, specie questi ultimi possono essere molti pericolosi in quanto ti possono rovinare anche la vita! Non voglio fare il negazionista o il complottista a tutti i costi, ma guardando e osservando come si sta gestendo tutto questo, cioè senza sicurezza, mi sembra più che normale rifletterci sopra, e più che normale farsi delle domande!
Poi se ci aggiungiamo la politica inefficiente e inattiva anche ad un eventuale cambio di potere (sempre in agguato) allora oltre ad essere tutto insicuro, diventa tutto grigio e sinistro.