
I medici di famiglia chiamati ad eseguire i tamponi in Sicilia, non hanno ancora avviato quanto sottoscritto nell’accordo tra il presidente della Regione Sicilia, Musumeci, Fimmg e Intesa sindacale, le due sigle di categoria più rappresentative, e l’associazione dei pediatri. Da giovedì molti studi medici sono stati presi d’assalto dai pazienti dopo avere appreso la notizia, ma tutto è in itinere. Mercoledì prossimo, ad esempio, è previsto un incontro su piattaforma online di tutti i medici della Provincia di Ragusa (non tutti sono d’accordo). E’ chiaro che i tamponi non potranno essere eseguiti all’interno degli studi ufficiali giacchè la presenza di un positivo comporterebbe la chiusura della struttura. L’ipotesi è che l’Asp metta a disposizione dei locali.
Secondo l’accordo, i medici di famiglia, come già prevede un piano nazionale che in Sicilia stentava a partire, effettueranno i tamponi (per lo più quelli rapidi) ai cosiddetti contatti stretti, ovvero i conviventi e i parenti di un positivo già accertato. Questo, quindi, è un distinguo da tenere in considerazione, cioè il tampone non è previsto per tutti. In seconda battuta potranno essere controllati dai medici di famiglia anche i «casi sospetti», categoria in cui rientra chiunque sia certo di essere stato a contatto per almeno un quarto d’ora in ambiente chiuso con un positivo già accertato.
Secondo gli accordi, queste due categorie potranno spontaneamente contattare il medico di famiglia prenotando un controllo gratuito. Ma ci sono anche coloro che, essendo in quarantena, attendono il tampone finale per verificare di essere negativi: saranno contattati dall’Asp o dai medici di famiglia.
Gratis i tamponi, mentre i medici, per ogni test effettuato riceveranno un compenso lordo di 12 euro e non di 18 euro come si era detto. Riguardo ai dispositivi personali individuali, solo da giovedì sono in distribuzione.












