
Modica, 04 Dicembre 2025 – Ci sono due immagini che spiegano più di qualunque parola anche ricercata perché il Modica può davvero vedere vicino quel traguardo che insegue da tre stagioni; che si chiama serie D, che ha sfiorato negli ultimi due campionati e che sarebbe il primo compendio e premio ai tanti sacrifici d’ogni genere di proprietà che meritano la quarta serie. Chi c’è, chi c’è stato e in qualche modo continua ad esserci. E queste istantanee sono quelle che _Lucriix_ (all’anagrafe Lucrezia Fratantonio) tifosa rossoblù posta su Instagram e che Gianni Lucifora, il narratore in video del Modica calcio, ha fotografato ieri. Due immagini che raccontano la stessa ‘storia’ vista da angolazioni opposte.
Scatti di fine primo tempo di Vittoria-Modica di ieri pomeriggio, gara di Coppa finita 1-1. L’allenatore del Modica è squalificato e sta in tribuna. Finisce il primo tempo e i giocatori, invece di andare negli spogliatoi per il celeberrimo ‘te’ caldo’, si riuniscono subito intorno a lui. Attaccati alla rete. Lui accosciato. Si parlano. Lui parla. Loro ascoltano. Tutti insieme, trasmettono il senso vero ed encomiabile di gruppo, di compattezza e di una fiducia estrema e reciproca. Il mister è il vero ‘asse’ attorno a cui ognuno di loro ruota. E nei confronti del quale ognuno di questi calciatori nutre stima e rispetto. Evidenti, palesi. Tutti, nessuno escluso. Chi gioca e chi no, chi va in panca e chi va in campo. Un monolite questo Modica calcio 2025/2026 come mai visto e come anche la memoria di scrive (seppur labile per via dell’età) non ricordava da tempo immemore.
E di chi è il merito di tutto questo? Di un 42enne catanese, con il patentino di tecnico licenza B UEFA, che ha vinto a Ragusa, Paternò e Palermo, che continua a fare incetta di campionati, coppe e promozioni. Di nome fa Filippo, di cognome Raciti. Ha vinto. Sa vincere. Fa giocare un calcio eccellente, avvolgente, d’assieme; e sa creare gruppo. Ci sono calciatori che per lui sono disposti a ‘dare la vita’. In senso figurato, per carità. Ma se parlate con qualcuno di loro, neppure troppo figurato… Valenca, Sangarè, Intzidis, Belluso, Asero, Sessa sono i primi nomi che mi vengono in mente. Ma pure gli altri. Romano o Bonanno. Tutti, proprio tutti. E’ davvero difficile scavare nel tempo e ritrovare un gruppo così di calciatori in rossoblù vincenti, bravi, legati ad un mister, ad un’idea, ad un progetto e anche ad una proprietà come questo gruppo del Modica 2025/2026. Filippo Raciti è la ‘summa’ dei valori di questa squadra; la summa e al contempo la sintesi. Li esalta e li semplifica. Li fa diventare calcio.

Emana autorevolezza e al contempo empatia; trasmette e onora i valori morali e tecnici dei suoi calciatori. Suoi, appunto… Esempi? A bizzeffe. Un paio i primi che mi vengono in mente. Belluso che sta fuori nel match di campionato contro il Vittoria, entra e fa la differenza dando tutto se stesso e forse di più. Stessa partita e visione opposta. Savasta è titolare, viene sostituito, va in panca ed abbraccia il mister, senza smorfie e problemi. Poi, quando Bonanno fa gol, è il primo a schizzare in campo andandoselo ad abbracciare. Due soli esempi per non citarne decine e decine che questi tre mesi abbondante di stagione già includono ed hanno mostrato. Lui Raciti resta calmo, conscio delle proprie qualità, delle sue idee, dei suoi ‘ragazzi’ e della loro anima. Ha dei punti fermi i mister, calciatori cui si affida e che, a loro volta, si affidano ciecamente a lui. Creando un circolo virtuoso che trasuda di calcio e bellezza, armonia e serenità. Forza e consapevolezza. Raciti è anche quello che a fine gara, lascia la vetrina dell’applauso dei tifosi ai suoi ragazzi, seguendoli a distanza sotto la tribuna, condividendone la gioia ma senza oscurarne la copertina e delegando loro il proscenio. Un passo indietro di una mente che però avanti. La sua. Avanti come il suo calcio, il suo condividere, il suo modo di intendere e costruire gruppo e vittorie. Filippo Raciti è una realtà del calcio di questa terra che è la Sicilia e il calcio dilettantistico, a cui questa terra presto andrà stretta. Il Modica vuole la D e per quell’obiettivo ha scelto quello che il giornalismo d’antan (quello mio cioè) chiamava ‘condottiero’. Ma questa volta, al di là dell’iperbole della stampa che fu, condottiero, per Raciti, è termine ci sta tutto. Calzante. Condottiero di un manipolo di ufficiali e soldati in calzoncini e maglietta pronti ad ogni battaglia da giocarsi su un manto verde; capaci in ogni sfida. Per Modica e per il Modica. Per i tifosi, per il Mister… Dev’essere proprio bello essere Raciti nel calcio di questi tempi. Ed è bello sapere che certi valori, sin quando ci saranno nel calcio uomini come Raciti, non finiranno mai. Ed è ancora più bello vedere e ‘vivere’ un allenatore così, i suoi giocatori e i loro valori. Sapere che oggi si chiamano Modica ed hanno i colori rosso e blu! Buon lavoro mister!!!
Salvatore Cannata













