
Comiso, 3 agosto 2025 – “Privacy o Publicy? Nessun diritto di privacy per chi sporca il pubblico”: è questo il titolo di un duro sfogo social, dalle forti tinte polemiche, del Sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari che ha riacceso il dibattito sulla tutela della privacy individuale in relazione ad atti di degrado urbano. Le dichiarazioni del primo cittadino, diffuse attraverso i canali social ufficiali, puntano il dito contro coloro che deturpano gli spazi comuni, sostenendo che in tali circostanze il diritto alla privacy dovrebbe venire meno.
Il Sindaco ha esordito richiamando il principio sacro del diritto alla privacy, che impedisce la pubblicazione di fatti lesivi dell’immagine altrui se attinenti alla sfera privata. Tuttavia, ha subito posto un interrogativo cruciale: “Chiediamoci però se i ‘signori’ immortalati in centinaia di foto come questa sono stati colti in un atto privato o pubblico.”
La posizione della Schembari è netta: “A mio avviso l’azione, oltre che ignobile, è oltremodo pubblica, visto che riguarda uno spazio che è di tutti.” Questa affermazione sottolinea la convinzione che l’atto di deturpare un bene comune non possa essere considerato un’azione privata, ma piuttosto un comportamento che impatta direttamente sulla collettività.
Il primo cittadino ha poi rivelato la sua frustrazione per anni di “lotta a questi maiali”, una battaglia che, pur non arrendendosi, ha prodotto “risultati minimi”. Questo, a suo dire, è dovuto anche a una “serie infinita di leggi sempre più ‘a tutela’ di chi delinque”.
La proposta provocatoria, ma chiara, del Sindaco è quella di pubblicare l’identità di questi “impuniti zozzoni” come unica via per ottenere risultati concreti: “tu fai un atto pubblico come lordare gli spazi che sono di tutti, ovvero pubblici? NESSUN DIRITTO DI PRIVACY!”
Le dichiarazioni del Sindaco di Comiso aprono un fronte di discussione complesso che bilancia il diritto alla privacy con la necessità di contrastare il degrado urbano e tutelare il bene comune. Resta da vedere se questa presa di posizione porterà a nuove strategie nella lotta al decoro o se alimenterà ulteriormente il dibattito sui limiti e le applicazioni del diritto alla privacy nell’era digitale e della condivisione di immagini.