
In Sicilia i saldi estivi, che iniziano sabato 5 luglio e andranno avanti fino al 15 settembre, dopo la forte contrazione durante la pandemia, registrano una ripresa trainata dal turismo e dalla spesa di prossimità, ovvero nei negozi fisici ma restano penalizzati dalla concorrenza con l’e-commerce, da pratiche di vendite promozionali continuative e di fatto senza regolamentazione e da un quadro normativo disallineato. “Il commercio fisico in Sicilia conserva un ruolo essenziale e strategico per l’economia locale – spiega il coordinatore di Confimprese Sicilia Giovanni Felice – Questo perché l’esperienza dell’acquisto nei negozi su strada è reale e diretto, ogni capo, calzatura o tessile casa si può toccare e provare prima. E poi, si può approfittare dell’esperienza e dei consigli dei titolari e degli addetti alla vendita. I siciliani poi sono da sempre abituati alla pratica del mercato e a cercare suggestioni nei negozianti di fiducia, sotto casa o nel proprio quartiere. Nel negozio fisico, come nei mercatini, i siciliani possono fidarsi della merce perché hanno a che fare con i negozianti. Serve un quadro normativo più equilibrato per garantire condizioni paritarie, contrastare pratiche sleali e sostenere il tessuto economico dei centri urbani. Ci vogliono regole più eque”.
Il Contesto generale
Negli ultimi cinque anni, i saldi estivi in Sicilia hanno attraversato tre fasi:
– Pandemia (2020–2021): drastico calo vendite fisiche, forte crescita e-commerce.
– Ripresa graduale (2022–2023): ritorno dei turisti e spesa più attenta.
– Consolidamento (2024–2025): segnale di crescita trainato dal turismo e previsioni di stabilità.