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Armamenti UE, tra falchi e disobbedienti di sinistra

Tempo di lettura: 2 minuti

foto: Gi.Ru

di Giannino Ruzza

Il grosso problema in Europa ha un nome: Spagna. Il fatto che non segua l’indicazione dell’UE (o, più propriamente, della NATO) di aumentare la spesa militare potrebbe effettivamente rappresentare un precedente significativo e strategicamente molto delicato.

Considerazioni:

Contesto politico ed economico interno

La Spagna ha un governo di coalizione di centrosinistra che ha mostrato storicamente una certa prudenza verso l’aumento delle spese militari. In un contesto di bilancio pubblico già sotto pressione, con priorità su welfare, sanità e transizione ecologica, destinare più fondi alla difesa potrebbe essere impopolare internamente.

La linea NATO e le pressioni USA

La Nato ha da anni l’obiettivo (non vincolante ma fortemente sollecitato) che i Paesi membri spendano almeno il 2% del PIL in difesa. Alcuni Paesi, come gli USA e la Polonia, insistono perché questo obiettivo sia rispettato, anche alla luce della guerra in Ucraina e del rafforzamento militare russo. La proposta dell’aumento del 5% annuo è vista come un modo per raggiungere gradualmente quel target.

Il rischio “precedente”

Se la Spagna viene vista come “disobbediente” senza conseguenze politiche, è plausibile che altri Stati – magari con situazioni economiche simili o governi meno allineati alla linea atlantica – seguano l’esempio. Pensiamo a Paesi come Belgio, Portogallo o perfino l’Italia, dove il dibattito interno sulla spesa militare è acceso.

Effetti sull’unità europea

Un’Europa che si divide sulla difesa rischia di mostrarsi debole in un momento in cui si parla di autonomia strategica, di un esercito europeo, e di contenimento delle minacce esterne. Il gesto della Spagna potrebbe quindi indebolire la coesione interna, proprio mentre si cerca di rafforzarla.

 Un segnale politico alternativo

Va detto che il rifiuto spagnolo non equivale necessariamente a disinteresse per la sicurezza. Potrebbe essere interpretato come un invito a ripensare che tipo di sicurezza l’Europa vuole costruire: solo militare? O anche diplomatica, energetica, cibernetica, sociale?

In conclusione 

Il gesto della Spagna è politicamente forte e potenzialmente contagioso. Potrebbe aprire una frattura tra gli Stati “falchi” e quelli “colombe” in Europa. Resta da vedere se sarà un caso isolato o l’inizio di un cambio di paradigma su come l’Europa intende difendersi e su chi deve pagarne il costo.

 

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