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Emergenze sanitarie e ambientali, esodo giovanile e lavoro povero anche negli Iblei

Carasi (Cisl) “Anche la provincia di Ragusa si trova costretta a fare i conti con questi disagi”
Tempo di lettura: 2 minuti

Emergenze sanitarie e ambientali. Esodo giovanile e lavoro povero. Mancanza di infrastrutture e carenze di servizi. Anche la provincia di Ragusa fa i conti con questi disagi che sono poi, gli stessi, con cui si confronta la Sicilia. “A dispetto di altri territori isolani, però – afferma la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi – questo territorio può contare su enormi potenzialità inespresse che non devono, adesso, in una fase storica molto complessa, rimanere tradite. Dobbiamo guardare avanti con determinazione e individuando le strategie adeguate. E, soprattutto, dobbiamo gestire una fase in cui tutti conveniamo su quale debba essere la strada migliore da percorrere. Purtroppo, si registrano, pure in questo periodo, fughe in avanti che non aiutano e che, invece, dovrebbero essere contenute e fare parte di quel ragionamento complessivo che si vuole sviluppare con l’obiettivo, sempre più sostenibile, di fare crescere il territorio”. “Ho molto apprezzato – aggiunge la segretaria Carasi – quanto ha detto il nostro segretario nazionale Luigi Sbarra che, partecipando ai lavori del Consiglio generale della Cisl Sicilia in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della struttura regionale, ha indicato il Pnrr come la nostra più grande chance. E questo vale pure per la provincia di Ragusa a patto che si vincolino gli investimenti ad aumenti occupazionali soprattutto per giovani e donne. Vanno alleggerite le procedure necessarie a far avanzare i progetti, senza retrocedere nel monitoraggio su trasparenza, legalità e qualità di spesa. Allo stesso tempo non possiamo non considerare che, in certi ambiti, esiste una illegalità diffusa confermata dai dati dell’Ispettorato del lavoro. Basta appalti e sub appalti senza rispetto delle regole di prevenzione. Bisogna estendere il Codice degli Appalti pubblici ai grandi cantieri privati. La Cisl pensa che la via giusta sia quella di una mobilitazione nazionale capillare, che parta dai luoghi di lavoro e dai territori e abbia un orizzonte lungo, che non si esaurisca nella fiammata di qualche giorno. Bisogna partire dall’incontro con le persone, arrivando alle istituzioni nazionali, alla politica, al sistema delle imprese. In tutto questo percorso, diventa fondamentale il ruolo che i lavoratori e le famiglie possono esercitare. Ecco perché, tra l’altro, come Cisl ci stiamo dando da fare per garantire strumenti di partecipazione più forti, che diano alle rappresentanze dei lavoratori più potere e protagonismo nelle scelte delle aziende. Un traguardo che sembra finalmente essere alla nostra portata grazie alle quattro proposte di legge già in discussione alla Camera. L’auspicio è che scaturisca un testo unificato che integri spirito e contenuti del nostro progetto di legge, vale a dire la proposta di legge popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle aziende. Solo nel nostro territorio, abbiamo raccolto qualcosa come 10mila firme. In complessivo, lo ricordo, la Cisl ha raccolto 400mila firme”.

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