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Ragusa. Schininà si dimette da Presidente Commissione Territorio

Firrincieli (M5s): "Lo avevamo detto che si trattava di un passaggio inappropriato"
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“Ci sono passaggi, che si consumano all’interno di palazzo dell’Aquila, che meritano di essere posti sotto i riflettori e che non possono passare sotto silenzio. Passaggi che denotano la mancanza di cautela politica da parte della Giunta Cassì nonostante le costanti e reiterate sollecitazioni delle opposizioni a raddrizzare il tiro. Ma, come recita il vecchio adagio, meglio tardi che mai. E, allora, anche a distanza di cinque mesi, il segnale arrivato dopo una dimissione dovrebbe necessariamente ricevere un’adeguata interpretazione, una sollecita chiave di lettura”. Così il capogruppo dei Cinque stelle al Consiglio comunale, Sergio Firrincieli, dopo che il collega consigliere comunale Sergio Schininà si è dimesso dal ruolo di presidente della commissione Assetto del territorio, quella che, più specificamente, si occupa di urbanistica. “Sia detto per inciso – afferma Firrincieli – che di tale disimpegno abbiamo appreso per caso, leggendo il contenuto dell’ordine del giorno della prossima seduta della commissione. Nessuno ci ha avvisato. Altrettanto per inciso, sia precisato che lo avevamo detto: il cognato del sindaco, entrato in Consiglio comunale per effetto di un ripescaggio artatamente attuato tramite le dimissioni di consiglieri eletti con più voti nella lista Cassì sindaco passati a ricoprire unicamente il ruolo da assessore, non poteva continuare a occupare un ruolo delicato come questo, a maggior ragione in un momento storico che, a giorni, sarà contrassegnato dal delicato esame delle nuove carte che riguardano il Prg. Per fortuna nostra, dopo cinque mesi hanno compreso che tutto ciò non avrebbe potuto essere e quello che si era rivelato come un gesto di tracotanza politica da parte del sindaco, per fortuna è stato archiviato come un colpo di mano non riuscito”. Firrincieli ricorda che già in occasione della prima convocazione della commissione lo stesso sollecitò tutti i componenti dell’organismo a fare convergere le preferenze su un nominativo che potesse essere gradito e di garanzia per tutte le forze politiche rappresentate “e che certo – continua – non poteva essere, per ovvie motivazioni, il cognato del sindaco. A quel tempo, non ci fu alcuna risposta a questa esortazione da me esposta. Ora, alla luce di quanto accaduto, ritengo che la stessa diventi quanto mai attuale e che, dopo questa breve e triste parentesi, si ritorni a fare politica in maniera alta. Lasciamoci alle spalle quel colpo di mano politico che, adesso, è finito male. E si pensi, piuttosto, a tracciare un nuovo percorso che possa soddisfare le legittime esigenze di rappresentanza di ciascun commissario presente in seno all’organismo. Un tentativo fallito, quello del sindaco. Ancora più magra la figura di Schininà che, evidentemente, per rispondere ai diktat politici del primo cittadino, ora è stato costretto a una disonorevole, politicamente parlando, marcia indietro. Speriamo che da tutte le parti in causa, rispetto a questa nomina, si possa addivenire a più miti consigli”.

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