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Sarà escussa dal Collegio Penale del Tribunale di Ragusa la vittima della presunta estorsione da parte di cinque vittoriesi, arrestati dai carabinieri nel mese di gennaio del 2022. L’udienza è stata fissata al prossimo 24 novembre. Il marito della prossima teste è stato già ascoltato dai magistrato. I due coniugi sono titolari di un’attività di ristorazione a Scoglitti. Furono loro a denunciare di essere vittime del racket del pizzo. L’accusa per i cinque di Vittoria è estorsione continuata in concorso, aggravata dal metodo e dalla finalità di agevolazioni mafiose
Il marito ha già confermato in aula le accuse in risposta alle domande del pm Alfio Gabriele Fragalà della Dda e del collegio difensivo. Sotto processo Rosario Nifosì, 68 anni; Titta Ventura, 64 anni; Angelo Ventura, 38 anni, Massimo Melfi, 37 e Marco Nuncibello, 35. I due Ventura sono difesi dall’avvocato Giuseppe Di Stefano; Nifosì è assistito dall’avvocato Italo Alia; Melfi e Nuncibello sono difesi dall’avvocato Francesco Vinciguerra. Nel corso della prima udienza il collegio presieduto dal giudice Vincenzo Panebianco ha ammesso le parti civili: le persone offese e l’associazione Antiracket. A chiedere il processo la Procura Antimafia di Catania che ha chiesto il rito immediato a conclusione delle indagini. Nessuno degli imputati ha optato per i riti alternativi davanti al gup etneo. Secondo l’accusa i commercianti, marito e moglie, stanchi di pagare, nel 2020, hanno denunciato i fatti facendo scattare le indagini delegate dalla Procura distrettuale di Catania al Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale carabinieri. Le vittime in due anni avevano versato 4.000 euro.