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Modica. Percorsi sinodali nella parrocchia di San Giorgio

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Nell’ambito del Cammino sinodale in corso nella Diocesi di Noto, la comunità parrocchiale di San Giorgio di Modica ha organizzato da novembre a febbraio dei percorsi sinodali sul tema “Evangelizzarsi per evangelizzare”, che saranno tenuti da Domenico Pisana, dottore in Teologia Morale e membro della equipe sinodale della diocesi netina.
Il primo incontro si terrà martedì 7 novembre, alle ore 18.30, sul tema “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”(Mt 11,28); nel mese di dicembre il secondo percorso sul tema “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. E il cieco gli rispose: “Rabbunì, che io veda di nuovo!» (Mc 10, 51), mentre a gennaio è previsto un percorso sul brano del vangelo: “Lo Spirito del Signore è sopra di me…e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi” (Lc 4,18).L’ultimo percorso si soffermerà sulle parole pronunciate da Pietro: “sulla tua parola getterò le reti”(Lc 5,5).
Questi percorsi sinodali (sinodo, si badi bene, deriva dal greco σύν “con, insieme” e ὁδός “via, e significa “camminare con-insieme sulla via”), vogliono riscaldare la coscienza collettiva di tutti i cristiani ma anche di coloro che vivono lontani dalla Chiesa, al fine di accrescere la consapevolezza che la testimonianza del vangelo non è compito solo dei sacerdoti, dei vescovi e diaconi, ma di ogni battezzato, di tutto il popolo di Dio che è “sacerdote, re e profeta”, come afferma il Concilio Vaticano II.
Il parroco di San Giorgio, don Michele Fidone, che da un anno guida la parrocchia, dopo il suo insediamento ha effettuato una evangelizzazione nei quartieri di San Giorgio per conoscere le famiglie della comunità, ed ora sollecitato dal sinodo sulla necessità di una nuova evangelizzazione ha inteso programmare questi percorsi, proprio in momento in cui il dato 2022 della frequenza settimanale a un rito religioso comunitario è il più basso che si riscontra nella storia recente d’Italia. Negli ultimi 20 anni, il numero dei praticanti regolari si è infatti quasi dimezzato, passando dal 36% al 18,8%, mentre i mai-praticanti sono raddoppiati, dal 16% al 31%.
Questi percorsi sinodali, con tappe evangeliche ben precise, non saranno delle conferenze teologiche, ma un annuncio alla riscoperta di Gesù; ad essi potranno partecipare tutti: praticanti, non praticanti, persone che frequentano gruppi religiosi, associazioni, movimenti; persone che si limitano alla partecipazione della Messa domenicale; persone che hanno una religiosità per tradizione o devozione ma non sentono pienamente la forza del vangelo nella loro vita; persone che sono alla ricerca interiore della fede, che vivono nella sofferenza interiore perché lacerate da contraddizioni e bisognose di una parola di conforto e di salvezza. A queste persone Gesù dice “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”(Mt 11,28).
Da qui il senso del titolo “evangelizzarsi per evangelizzare”; evangelizzarsi significa infatti entrare nella visione di Gesù, far propria la sua visione di uomo libero e liberante: – libero nei confronti delle tradizioni ebraiche, del digiuno, del sabato, della purità legale e dai formalismi; – libero nei confronti dei suoi stessi discepoli e dei suoi familiari ; – libero nei confronti dei potenti e delle folle.
Lo scopo di questi percorsi è dunque quello di riscoprire un cristianesimo solido ed autentico, di prendere coscienza della necessità di riscoprire lungo le strade della vita Gesù Cristo “via verità e vita”, Gesù che salva, guarisce, perdona, usa misericordia, libera dal peccato, opera frutti di pace, di carità, apre l’orizzonte dell’eternità. E il territorio, la città, il quartiere, la strada sono i luoghi dove l’uomo vive la concretezza della sua storia personale, familiare, sociale, culturale, politica, etica; ed è qui che si deve poter “riscoprire”, tramite i cristiani di oggi, che il cristianesimo non è una tradizione ma una relazione capace di suscitare rapporti di fratellanza. Si comprende in tal senso quella espressione spesso pronunciata da Papa Francesco, e condensata nella visione di “Chiesa in uscita”.

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