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Respingimento migranti Pozzallo. Il Governo fa ricorso

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Il governo torna all’attacco. La risposta del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non si è fatta attendere. Il Governo ha fatto difatti ricorso contro le ordinanze dei magistrati di Catania, Iolanda Apostolico e Rosario Cupri, che hanno negato nei giorni scorsi il trattenimento di 21 tunisini richiedenti asilo nel centro per rimpatri veloci di Pozzallo. In totale, la struttura ha ospitato 24 tunisini. Solo tre su ventiquattro tunisini hanno vista accolta la domanda di asilo senza passare dalle forche caudine del provvedimento di fermo.
“L’Avvocatura Generale dello Stato ha proposto distinti ricorsi per Cassazione contro i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale”, rende infatti noto Palazzo Chigi, che spiega: “I ricorsi sottopongono alla Suprema Corte l’opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia, e affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate, con particolare riferimento alla violazione della direttiva 2013/33/UE, perché: a differenza di quanto sostenuto nelle ordinanze, la direttiva prevede procedure specifiche alla frontiera o in zone di transito, per decidere sulla ammissibilità della domanda di protezione internazionale, se il richiedente non ha documenti e proviene da un Paese sicuro; la stessa stabilisce alternativamente il trattenimento o il pagamento di una cauzione, e quindi non vi è ragione per disapplicare i decreti del questore che fissano l’uno o l’altro; la direttiva contempla, ancora, la possibilità che il richiedente sia spostato in zona differente da quella di ingresso, se gli arrivi coinvolgono una quantità significativa di migranti che presentano la richiesta; in caso di provenienza del migrante da un Paese qualificato ‘sicuro’ deve essere il richiedente a dimostrare che, nella specifica situazione, il Paese invece non sia sicuro, senza improprie presunzioni da parte del giudice”, conclude Palazzo Chigi.
Intanto, la struttura sita presso la zona industriale Modica-Pozzallo è completamente vuota, non ci sono migranti al suo interno. A sorvegliare la struttura, uno sparuto numero di forze dell’ordine. In attesa di buone nuove nello “scontro” fra Magistratura e Governo, pare si stia pensando di utilizzare la struttura alla stessa stregua dell’hotspot portuale, e non come centro di detenzione. Nei prossimi giorni, se ne saprà sicuramente di più.

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