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Bolivia. Raid dei militari smantellano 22 laboratori di cocaina

Tempo di lettura: 2 minuti

(gr) Il vice ministro della Difesa della Bolivia, Jaime Mamani, ha annunciato lo smantellamento di 22 laboratori destinati alla produzione illecita di cocaina nella provincia di Chapare, dipartimento di Cochabamba. Secondo il ministro, la distruzione è avvenuta grazie all’esecuzione di due operazioni da parte dell’esercito boliviano effettuate in meno di 48 ore. “Con le due operazioni, i profitti del traffico di droga sono stati colpiti per 1.065.755 dollari”, ha detto in una conferenza stampa, Juan Josè Torrico, direttore delle Forze speciali in quel territorio. Il viceministro ha spiegato che la prima operazione, denominata Leopardo, è avvenuta il 18 ottobre in cui sono state scovate 20 fabbriche mobili di pasta a base di cocaina, con una capacità produttiva fino a 20 chili al giorno. Un blitz che ha portato all’arresto del pregiudicato colombiano Rafael Ramírez Morales (52 anni) e del boliviano Ernesto Yucra Seña (46 anni). Nell’occasione la polizia ha distrutto 240 taniche di benzina da 60 litri; 719 sacchi di juta; 30 rack e 1.175 litri di acqua ricca di equivalenti pari a 40 chili e 705 grammi di cocaina. La seconda operazione, denominata Rinoceronte, è avvenuta il 19 ottobre in cui sono stati rinvenuti due laboratori clandestini di pasta base e altri due di cristallizzazione della cocaina, mentre sono stati arrestati un minore e Evo Ramírez Méndez, nome noto alle Forze dell’ordine. Per l’occasione sono stati smantellati otto serbatoi d’acqua da 1.000 litri; 200 litri di cocaina liquida equivalenti a nove chilogrammi, 28 confezioni di foglie di coca, 18 fusti di benzina da 60 litri. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite,  la droga prodotta in Bolivia è destinata principalmente all’Europa, anche se almeno 31 paesi, tra cui alcuni della regione, come Cile, Uruguay, Panama e Argentina, ricevono regolarmente la cocaina dalla Bolivia.

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