
Il pubblico ministero si appella, come l’avvocato Ignazio Galfo (per la parte civile) alla sentenza assolutoria nei confronti dell’ex carabiniere di Giarratana, unico imputato nel processo per l’omicidio del cuoco modicano dell’Asp, Peppe Lucifora. il 33enne giarratanese fu stato assolto dai giudici della Corte d’Assise di Siracusa per non avere commesso il fatto. La pubblica accusa aveva chiesto 16 anni di carcere. I giudici, invece, avevano assolto l’imputato, disponendone l’immediata scarcerazione. Il processo era stato celebrato con il rito abbreviato. Ora quindi è stato ufficializzato che procura iblea e parte civile impugneranno la sentenza dinanzi alla corte d’Assise d’appello di Catania. La procura ha deciso di proporre appello dopo aver letto le motivazioni depositate dalla corte d’Assise di Siracusa. Peppe Lucifora fu trovato senza vita il 10 novembre del 2019 nella sua casa al quartiere Dente a Modica nella stanza da letto chiusa dall’interno e di cui non fu mai ritrovata la chiave. L’odierno imputato, ora assolto, fu arrestato nel giugno del 2020 con l’accusa di aver ucciso il cuoco per motivi passionali. Lucifora sarebbe stato prima tramortito e poi strangolato: l’autopsia sul cadavere appurò che morì per asfissia, dopo essere stato picchiato senza che avesse opposto resistenza al suo carnefice. Furono i familiari a lanciare l’allarme, dopo aver tentato invano chiamarlo al telefono e a casa. I vigili del fuoco sfondarono la porta dell’appartamento trovando Lucifora riverso a terra senza vita. Si ricomincia dunque da zero in un omicidio dai contorni mai fin troppo chiari che sconvolse una città intera e che ora resta ancora senza un colpevole.