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Problematiche ambientali San Giacomo e Mongillè. Risponde Cassì

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Il Comune di Ragusa non ha competenza di intervento, ma di certo è attento e vigila, ed è costantemente reso edotto delle iniziative in atto in merito alle problematiche ambientali che si sono manifestate a San Giacomo e a Moncillè. Il Sindaco di Ragusa Peppe Cassì fornisce ogni utile chiarimento.
Quanto al fenomeno che si è evidenziato a San Giacomo, uno sversamento stimato tra 1 e 5 metri cubi, oltre a pochi litri di olio, gli Enti che si stanno adoperando a vario titolo sono la Regione (tramite Dipartimento Acqua e Rifiuti – Servizio 7 Bonifiche), la Prefettura, il Libero Consorzio Comunale di Ragusa, l’Arpa Sicilia, l’Asp di Ragusa, oltre ovviamente al Comune di Ragusa.
L’area interessata, prosegue Cassì, è storicamente attraversata da una condotta che serviva a trasportare olio dal giacimento Ragusa al territorio di Priolo Gargallo. L’oleodotto, di proprietà dell’Enimed, fu costruito circa 70 anni fa dagli americani. Alla fine degli anni ’90, l’allora proprietaria Agip, realizzò un intervento di bonifica per messa fuori servizio. La condotta è quindi da molto tempo in disuso, ma potrebbe contenere residui di olio nei punti di avvallamento.
In data 23 settembre e 21 ottobre 2021 il Servizio 7 del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti ha comunicato al Comune di Ragusa che in contrada San Giacomo si era determinata una situazione di potenziale superamento delle concentrazioni di soglia di contaminazione. Nella comunicazione veniva al tempo stesso esplicitato che la società Enimed, proprietaria dell’oleodotto, aveva immediatamente attivato le misure di messa in sicurezza e provveduto a rimuovere il terriccio potenzialmente contaminato. I materiali rimossi sono stati stoccati sul posto in attesa dell’esito delle analisi necessarie a individuare la discarica autorizzata a ricevere il rifiuto e quindi smaltiti.
In data 17 gennaio 2022 saranno realizzati dei carotaggi, alla presenza di Arpa, in prossimità del rifornimento di carburante presente in zona per avere conferma che la fuoriuscita sia stata determinata esclusivamente dalla condotta in disuso.
Approvato il necessario Piano di caratterizzazione ambientale, Enimed presenterà quindi un progetto di bonifica con chiusura fondellata e saldata della tubatura.
La situazione, insomma, è sotto controllo e si sta agendo seguendo scrupolosamente la normativa.

Per ciò che riguarda il Pozzo 16 di “Moncillè”, continua Cassì, lo sversamento, come più volte verificato, è stato finora arginato da Eni, preservando il territorio circostante. Sono stati fatti vari approfondimenti, in ultimo da tecnici dell’università di Catania e del Politecnico di Milano, che sono giunti alla conclusione che la datazione dell’olio risalirebbe ad oltre 25 anni fa e dunque non sarebbe di recente fuoriuscita. Dubbi permangono invece sulla natura di queste emissioni: secondo alcuni esperti si tratterebbe di quei fenomeni naturali ben noti nel nostro territorio, e che hanno determinato nel tempo la trasudazione dalla roccia di materiale oleoso (dando vita alla cosiddetta “pietra pece”). Secondo altri invece la causa andrebbe ricercata nelle condotte di estrazione. A tal fine è stato richiesto il certificato di collaudo della chiusura di tutte le condotte che interessano la zona.
Anche in questo caso il Comune, pur non avendo dirette competenze, mantiene un atteggiamento di attenzione e vigilanza, sollecitando gli Enti responsabili ad agire in modo da prevenire e scongiurare danni ambientali.”

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