
“Si resta non poco perplessi apprendendo del bando per la terza edizione del progetto “Sto a Ragusa”, promosso dall’Assessorato allo Sviluppo Economico del Comune di Ragusa. È stato travisato lo spirito dell’iniziativa” è il commento del coordinatore provinciale della Lega, Salvo Mallia, alla lettura del bando del Comune di Ragusa che era nato per incentivare l’apertura di nuove attività in centro storico e, particolarmente in via Roma. Scrive, in proposito il dr Mallia: “Lo spopolamento commerciale della via Roma e del centro storico superiore di Ragusa avevano consigliato questa iniziativa che, già alla sua prima edizione, presentava qualche limite. Un contributo di soli 8.000 euro per l’apertura di una nuova attività è comunque esiguo come sostegno, per quanto vuole essere un segnale per incentivare le presenze in centro. Limiti dell’iniziativa che nascevano anche dalla impossibile selezione della tipologia di attività commerciale che doveva essere indirizzata solo verso quelle che avrebbero attirato consistenti flussi di clientela e non solo nelle ore serali. E limiti c’erano, indiretti, perché l’assessorato competente non ha saputo creare uno spettro di incentivi e di agevolazioni, e di altre iniziative, in grado da rendere appetibile il ritorno in centro. Pur dovendo riconoscere la buona volontà di intervenire sulla problematica, non ci possiamo astenere dal sottolineare come forse, nel terzo bando, diffuso proprio in queste ore con un comunicato dell’Ufficio Stampa del Comune, si può rilevare come risulti travisato lo spirito dell’iniziativa.“ Si legge nel comunicato – aggiunge ancora il coordinatore provinciale della Lega – che si ricerca “la funzione anche sociale svolta dalle attività commerciali nel contribuire ad animare e rendere vitali i centri urbani, si intende favorire e migliorare l’accoglienza e l’attrattività dell’offerta commerciale” e, ancora, che “si intende contribuire alla riduzione di locali sfitti e alla incentivazione dei livelli occupazionali. Ma si resta molto perplessi nel leggere del perimetro entro cui è possibile collocare la nuova attività evidenzia Mallia – non si tratta più della via Roma, né delle vie adiacenti entro un raggio determinato di 100 o 200 metri, cosa che sarebbe stata opportuna fin dal primo momento per tentare di sollevare le sorti di vie come corso Italia, corso Vittorio Veneto o via Sant’Anna, dove i locali sfitti per cessazione delle attività non si contano. Si arrivano a comprendere la via Padre Anselmo, la via Sacerdote Digiacomo, la via Salvatore, la via Gagini, la via Armando Diaz, determinando un perimetro che abbraccia un’area troppo estesa, indefinita, con molte zone e vie mai veramente destinate ad attività commerciali” “Leggendo ancora – conclude il dr. Mallia – si può constatare come tutta l’area indicata viene considerata ‘centro storico’, si può capire anche che, come avrebbe dichiarato l’assessore Barone, in Consiglio Comunale, non ci sono più locali sfitti in via Roma, particolare, forse, attribuibile solo ad un tratto centrale della via, ma riteniamo che detto perimetro vada rielaborato perché c’è poco di centro storico e, in molti casi, l’apertura di nuove attività commerciali non soddisferebbe gli obiettivi fondamentali fissati, inizialmente, dalla iniziativa. Piuttosto, restando in tema delle competenze dell’assessorato, sarebbe d’uopo capire come è andata a finire con i locali di Carmine Putie, con quelli di via del Mercato e con quelli del City, oggetto di bandi che hanno avuto riscontri e per i quali sarebbe, forse, opportuno, rivedere strategie e obiettivi economici”