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India. Twitter sfida il governo di Narendra Modi

Il primo ministro indiano ha messo in subbuglio il mondo degli agricoltori
Tempo di lettura: 3 minuti

Ai ferri corti le relazioni tra il Governo indiano e il social media californiano Twitter, dopo il rifiuto dell’app di obbedire all’imposizione di bloccare migliaia di post e oltre 250 account considerati dal governo veri e propri tentativi rivoluzionari atti a fomentare la ribellione. Coinvolte anche le app Facebook e WhatsApp. In un paese di 1,3 miliardi di persone la posta in gioco per l’app è molto alta, con milioni di utenti indiani (300 mln  in tutto il mondo) che la usano attivamente, compreso lo stesso Ministro Narendra Modi e suoi ministri per comunicare con la popolazione. Funzionari governativi, uomini d’affari e normali cittadini della rete sono divisi sulla libertà di parola e sulle pratiche di conformità che dovrebbero essere rispettate dall’azienda statunitense, una controversia costata le dimissioni di Mahima Kaul, direttore delle politiche di Twitter India. “Twitter sta giocando con il fuoco”, ha detto un dirigente indiano dei media rimasto sorpreso dal mancato rispetto delle leggi da parte della società. “Se c’è una richiesta legale, sei tenuto a rimuovere il contenuto. Poi se vuoi, sei libero di contestare la decisione in tribunale” ha detto. A seguito delle forti pressioni politiche, inizialmente Twitter aveva aderito alle richieste di sopprimere la maggior parte degli account, per ripristinarne poco dopo la maggior parte citando “motivi insufficienti” per continuare a sospenderli. La vicenda ruota attorno alle vibrate proteste iniziate alla fine dell’anno scorso degli agricoltori a causa dell’introduzione di nuove leggi che regolamentano i mercati. Mentre gli attivisti per la libertà di espressione affermano che il governo non dovrebbe utilizzare le disposizioni di legge per imbavagliare la libertà di comunicazione, altri al contrario. sostengono che Twitter dovrebbe conformarsi senza indugi. Provocatorio l’hashtag di Twitter bloccato dal governo: “#ModiPlanningFarmerGenocide” tradotto in “Modi pianifica il genocidio degli agricoltori”. Le ultime indiscrezioni danno il Ceo di Twitter Jack Dorsey pronto a introdurre una emoji di protesta degli agricoltori indiani. Le fibrillazioni tra governo e il colosso dei media continuano. All’orizzonte si prospettano forti multe ma è prevista anche la carcerazione nei casi più gravi di istigazione alla violenza. Il garante della privacy Meenakashi Lekhi, parlamentare del partito di Modi, ha criticato duramente Twitter per aver disobbedito alle imposizioni del governo. “Twitter deve capire che non sono legislatori. Non è la loro politica che funzionerà, ma la politica dello stato dell’India”.

Il pugnace primo Ministro indiano Narendra Modi ha messo in subbuglio gli agricoltori

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