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Consumi. Confcommercio Ragusa: “Balzo indietro di almeno vent’anni”

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“Quest’anno, sul fronte dei consumi faremo un balzo all’indietro di almeno vent’anni ed il Pil calerà ben oltre il 9% previsto”. E’ il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, ad evidenziarlo sottolineando che, oltre a ristori «più veloci ed adeguati», è necessario che si possa continuare a garantire l’erogazione del credito da parte delle banche e difendere i piccoli negozi dai giganti del web mettendo in campo anche «una giusta web tax». Sono queste le indicazioni che arrivano dalla presidenza nazionale e che Confcommercio sta rilanciando a livello locale. “Proprio il tempo dell’emergenza – prosegue Manenti – ha confermato quanto sia importante il ruolo economico e sociale del commercio di prossimità, quanto sia determinante per la qualità della vita il modello italiano di pluralismo distributivo, che significa anche valorizzare i prodotti made in Italy attraverso la rete dei negozi di vicinato. I vertici nazionali di Confcommercio, e anche noi ovviamente, sperano che le scelte di consumo di ciascuno ne tengano conto. Ma poi servono le scelte politiche. Bisogna intervenire ora perché il massiccio ricorso all’online rischia di produrre gravi disequilibri”. Quali sono allora le proposte di Confcommercio? “Un grande progetto che, nell’ambito del Piano complessivo di ripresa e di resilienza – afferma ancora Manenti – tenga insieme rigenerazione urbana e rivitalizzazione del tessuto commerciale, dei pubblici esercizi e dei servizi di prossimità delle varie città. Per quel che riguarda i ristori bisogna rispondere insieme a tre esigenze: tempestività degli interventi, adeguatezza degli stanziamenti, inclusività delle misure a tutte le categorie colpite dalla crisi. Dunque, non soltanto più risorse (e ne servono davvero tante di più), ma anche pieno riconoscimento del fatto che l’emergenza sanitaria è divenuta pericolosamente emergenza economica e sociale. Confcommercio ha una proposta semplice: indennizzo adeguato in misura commisurata all’entità delle cadute di fatturato quale che sia il settore o il territorio in cui si opera. E poi serve continuità del credito d’imposta per locazioni e affitti commerciali, moratorie fiscali più ampie, e ammortizzatori sociali riformati insieme ad una giusta flessibilità governata e contrattata nei rapporti di lavoro”.

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