Modica, il Pd: “Alla ricerca della porta perduta”

In questi giorni parecchi concittadini hanno visto che una parte di piazza Matteotti è transennata con pannelli di legno.
Non si tratta di un’iniziativa volta a pubblicizzare le bellezze della città, come le foto apposte sui pannelli lascerebbero intendere, o il nome di una ditta specializzata in lavori edilizi, il cui nome anch’esso campeggia in bella vista sui teloni, ma, invece, il recinto di un cantiere volto a scoprire l’ingresso del rifugio antiaereo sottostante la piazza e in uso durante la seconda guerra mondiale.
In poche parole, in piazza Matteotti in questo momento c’è il simbolo della svolta cultural-archeologica intrapresa dall’attuale governo cittadino.
“Pare che nell’intenzione dell’amministrazione comunale – sostiene il segretario cittadino del Partito Democratico, Ezio Castrusini – vi sia l’intento di rendere fruibile al pubblico il vecchio rifugio antiaereo trasformandolo in una sorta di museo della seconda guerra mondiale con tanto di reperti bellici dell’epoca.
Iniziativa senz’altro interessante anche se riteniamo che nella memoria collettiva della città non vi siano grandi ricordi di bombardamenti aerei e frequenti utilizzi del rifugio.
In un ordine di priorità della ricerca delle memorie storiche, avremmo preferito che le attenzioni culturali dell’amministrazione fossero dirette verso la riapertura del museo etnografico che un tempo si poteva visitare all’interno del Palazzo dei Mercedari.
Ma si sa che il vento di questi tempi soffia più per le ruspe che per l’apertura di porte”.
Il Pd, con spirito propositivo, invita l’amministrazione comunale “a coltivare anche la cultura dello Stato di diritto, ossia dello Stato e di tutte le articolazioni periferiche, compresi i Municipi, che osservano le norme al pari dei comuni cittadini”.
“Tutti quelli che hanno avuto a che fare con lavori edilizi – aggiunge Castrusini – sanno che all’ingresso del cantiere occorre esporre la tabella con le principali avvertenze e obblighi di sicurezza nonché altra tabella con l’oggetto dei lavori, l’indicazione della ditta incaricata di svolgere i lavori, il nome del progettista, del direttore dei lavori e del responsabile della sicurezza. Perché i concittadini sanno che se questi obblighi non sono ottemperati si va incontro a sanzioni ed è giusto quindi che il Comune dia il buon esempio.
Se poi il committente è un ente pubblico, la legge pretende che si indichi il provvedimento/gara che ha previsto i lavori e il relativo importo.
Tutte cose la cui esistenza nel caso specifico, e per il momento, non mettiamo assolutamente in dubbio, così come il consenso della Sovrintendenza, ma che vorremmo messi ben in vista all’ingresso del cantiere perché tutti sappiano.
Lo pretendiamo perché è un obbligo di legge ed è anche un obbligo morale.
Infatti, ci pare assolutamente giusto che tutti quelli che devono ricevere soldi dal Comune, pensiamo ad esempio al personale delle cooperative impegnate nel campo dei servizi sociali, siano messi a conoscenza di quanto saranno costretti a rinunciare ancora per dar modo all’ Indiana Jones nostrano di seguire una nuova avventura.
Anche noi, comunque, avvinti da questo spirito di ricerca vogliamo partecipare al gioco della scoperta della porta perduta. A tal fine ci permettiamo sommessamente di indicare nella porticina murata a fianco dell’ingresso dell’Auditorium Floridia l’ingresso del rifugio antiaereo. Questo ci indicano gli anziani e anche alcuni esperti professionisti e pare che sia anche stato segnalato a chi di dovere ma invano; del resto, come dicevamo, è più di moda muovere ruspe che togliere quattro mattoni da una porta”.

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