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Adozione PRG a Modica. Si lavora per portare in aula una nuova cartografia e riavviare l’iter per sbloccare il congelamento della prospettiva urbanistica in città.

L’approvazione della variante al Piano Generale di Modica, il cui decreto assessoriale è stata pubblicato sulla GURS di venerdì 26 gennaio u.s., ha nei fatti congelato la prospettiva urbanistica del territorio comunale atteso che il CRU (Consiglio regionale Urbanistica) ha accolto le osservazioni dei cittadini, oltre 850, ma bocciato le indicazioni che il consiglio comunale aveva deciso e contenute in una delibera consiliare rendendo non solo vano il rilievo del civico consesso ma la stessa Regione ha fornito indicazioni di merito sulla disciplina urbanistica di alcune aree sostituendosi ai poteri del consiglio comunale.

L’amministrazione con atto di giunta ha già dato mandato agli uffici per aggiornare la cartografia e rendere possibile una nuova visione della variante, secondo le indicazioni fornite dal CRU come ha sostenuto il sindaco, in modo da “scongelare” la situazione di stallo che si è venuta a determinare nel territorio della città.
Presenti in aula anche l’ing. Francesco Poidomani affidatario del servizio di supporto tecnico al settore urbanistica e la PO del VI settore arch. Salvatore Monaco.
Presenti ventiquattro consiglieri la seduta del consiglio comunale si apre con alcune comunicazioni del presidente del consiglio comunale, Garaffa. Il consiglio comunale già convocato per mercoledì 31 gennaio è anticipato a domani su richiesta dell’assessore al bilancio Anna Maria Aiello.
Un’altra seduta del consiglio sarà convocata per lunedì 5 febbraio su richiesta del sindaco.
La seduta prevede una question time e una discussione sul PRG approvato, con le osservazioni dei cittadini, ma che non ha tenuto conto delle richieste avanzate dal comune di Modica contenute in un atto deliberativo e questo ha determinato problemi di non poco conto per la gestione del territorio. L’argomento viene anticipato e il consigliere Andrea Rizza, che aveva chiesto la discussione sul punto, apre il dibattito e pone la questione di un ricorso alla adozione della variante al PRG.
L’Assessore all’urbanistica, Giorgio Belluardo, prende spunto da una nota stampa del PD per difendere l’operato dell’amministrazione e l’attività del suo assessorato in ordine al lavoro svolto nei mesi scorsi sulla variante al PRG. Dopo aver descritto l’iter, lungo e travagliato, del documento urbanistico rileva che l’amministrazione e la maggioranza hanno trovato un documento adottato dal commissario ad acta nel 2013 e ha portato avanti lo sviluppo della variante dopo una lunga fase di immobilismo generale. I toni della discussione, tra maggioranza e opposizione, si alzano e il presidente Garaffa sospende la seduta.
Alla ripresa sono presenti ventidue consiglieri. L’Assessore Belluardo informa di aver dato incarico all’ufficio all’aggiornamento cartografico secondo le prescrizioni del decreto assessoriale di approvazione del piano.
Sulle zone agricole si potrà continuare ad operare come attività commerciali e produttive.
Il consigliere Carmelo Cerruto vuole sapere cosa accadrà da qui in avanti nel territorio del comune.
Il consigliere Giovanni Scucces rileva che dal programma elettorale dell’amministrazione c’era l’impegno di redigere un nuovo strumento urbanistico secondo le vocazioni della città bocciando quello adottato dal commissario ad acta. Nei fatti c’è una situazione che limita molto, perimetrandolo, lo sviluppo della città e questo non consente una prospettiva urbanistica. Era necessario che l’amministrazione prontamente portasse in consiglio l’argomento dopo l’esito tenuto conto che la materia è esclusiva del consiglio comunale.
Il consigliere Tato Cavallino chiede di sapere se l’atto consiliare che prevede l’aumento della cubatura è ancora operativa oppure no dopo l’esito della variante al Prg. Capire insomma quel’è lo stato dell’arte dopo il 22 dicembre scorso quando è stato approvato il PRG.
Il consigliere Carmelo Cerruto pone alcuni quesiti di carattere tecnico per sapere come ci si deve orientare rispetto a quanto contenuto nel decreto assessoriale.
Il consigliere Andrea Caruso invita a valutare giuridicamente la sostituzione della Regione nei compiti e nelle facoltà dell’ente dando indicazioni di merito. Valuta che amministrativamente la cosa non è congrua e chiede di sapere se l’ente intende opporsi in questa direzione.
Il consigliere Andrea Rizza ribadisce che la questione ruota attorno al fatto di capire cosa accadrà dal decreto assessoriale in poi. Questo lo deve indicare l’assessore Belluardo e valuta assurdo il silenzio della maggioranza in quanto è il consiglio comunale che deve decidere sul da farsi. Che ne sarà poi del vincolo della soprintendenza posto nel territorio.
Il consigliere Giovanni Spadaro chiede di sapere se è vero o no che non esistono più zone C e B classificando delle aree in zone agricole così come deciso dalla Regione che in questo modo si è sostituita al civico consesso. L’amministrazione intende opporsi a questa decisione? Cosa si intende fare rispetto a questo stato di cose?
Il consigliere Vito D’Antona valuta che politicamente la variante è stata bocciata e quindi questa amministrazione non ha lavorato come si era impegnata a fare. Dubita sulle risposte dell’assessore nel merito della questione. Capire, intanto, quali sono le conseguenze giuridiche e amministrative del decreto assessoriale e intende saperlo dalla PO, architetto Monaco. Secondariamente desidera sapere cosa l’ufficio propone al consiglio comunale per poter rimediare a quanto si è determinato.
La Po all’urbanistica, architetto Salvatore Monaco, rileva che sul trasferimento dei volumi, in base della legge 106, è tutto lecito e applicabile nei contenuti del PRG. Le zone B2, B3 non esistono e quindi nei limiti, nelle competenze del PRG si può operare. La zona agricola sono di due tipi: E1 ed E2 dove si possono realizzare le residenze e quelle di verde agricolo che hanno un’altra disciplina e quindi parametri diversi eccezion fatta per l’uso dello 0,03 al mq valido per tutte. Sulla devoluzione dei volumi da una zona E1 ad un altra divenuta E1 per decreto è necessario un rapporto diverso, ovvero lo 0,03 su diecimila metri quadri.
La Regione non può sostituirsi al consiglio comunale e quindi alla decisione assunta l’ente deve valutare se opporsi o meno.
Il decreto è stato pubblicato il 26 gennaio. Da questo momento avremo le zone A del centro storico in base al piano paesaggistico. Il CRU non ha accolto le controdeduzione proposte dall’ente e sul da farsi dovrà decidere l’amministrazione. Informa poi della redazione di un vademecum che nei fatti orienta il cittadino come comportarsi alla luce del nuovo decreto di approvazione della variante del PRG. Sui vincoli posti dalla soprintendenza deciderà lo stesso organo che dovrà valutarlo con un parere.
L’Assessore Giorgio Belluardo valuta che una volta pubblicato il decreto sulla Gazzetta Ufficiale ( 26 gennaio scorso) l’argomento poteva essere affrontato con un dibattito in consiglio comunale su iniziativa dell’amministrazione. La giunta ha dato già mandato all’ufficio urbanistico per interpretare le zone che rimangono agricole a seguito del decreto e quindi l’aggiornamento cartografico di merito per farne una proposta che il civico consesso deve esaminare e votare.
Il sindaco rileva che si è discusso sul PRG elaborato da un commissario con pareri dati prima dei vincoli posti dal piano paesaggistico che è sovraordinato rispetto al documento urbanistico. Conferma che l’amministrazione si è data da fare per aggiornare il piano; quello precedente infatti è datato a 41 anni fa. Tutto ha modificato il piano paesaggistico. Un documento scellerato che ha inserito vincoli anche nel centro urbano di Modica. L’amministrazione prima dello scioglimento del consiglio porterà una nuova variante che il consiglio comunale dovrà affrontare e in particolare su quelle zone stralciate del centro urbano.
La sfida è quella che il nuovo documento urbanistico appena approda in consiglio deve essere adottato al fine di sbloccare la situazione e favorire le imprese produttive e gli insediamenti residenziali.
Il consigliere Giovanni Scucces valuta che l’amministrazione poteva farlo prima quello che intende fare oggi; nel corso cioè nei quattro anni e mezzo passati rendere possibile l’aggiornamento. Pone dubbi sull’aggiornamento annunciato dagli uffici. Il CRU chiede anche aggiornamenti specifici. Nell’arco di due mesi dovremmo avere gli studi di fattibilità. Ma è possibile? Dove sono le carte che devono essere a supporto del piano che non ci sono? Invita poi la Po all’urbanistica a convocare una riunione con i tecnici della città per illustrare le novità del piano.
Il consigliere Andrea Caruso rileva che la parte del piano bocciata è dovuto per motivi demografici e non per il vincolo del Piano paesaggistico. Mette seri dubbi sul fatto che in due mesi possa essere possibile avere un nuovo piano atteso che la Regione deve dare il via preventivo. Propone di fare il ricorso sui vizi di legittimità presenti.
Il consigliere Carmelo Cerruto valuta che l’argomento è stato inquadrato ovvero che il nostro territorio è congelato. Il comune oggi non ha una pianificazione urbanistica. Si deve ricorrere ad un variante urbanistica che non è la normalità. Invita il comune a fare un ricorso. Come si può pensare che la Regione possa dare il via libera per la redazione di una nuova variante. Ci vogliono almeno tre anni di tempo. Necessario poi convocare gli stati generali per dare inizio ad un nuovo percorso per un altro PRG.
La PO all’urbanistica rileva che il dipartimento regionale all’urbanistica ha invitato l’ente a redigere celermente una nuova cartografia di tutte le parti stralciate e sulle indicazioni del CRU così come indicato dal decreto assessoriale. Peraltro i cittadini si sono espressi con le osservazioni al piano; osservazioni che sono stati accolte dal CRU e sono parte integrante del documento urbanistico approvato; il consiglio si è già espresso quindi questo è il momento di agire e lavorare su un aggiornamento del piano.
Il sindaco nella sua replica valuta che un ricorso nei fatti bloccherebbe ogni possibilità di redigere un nuovo piano. Poi come si concepisce un ricorso ad un piano approvato dal commissario e rimettere in campo ciò che il consiglio non ha voluto. L’amministrazione si è attivata subito al fine di depositare presto in consiglio le linee attuative. Poi storicamente è accertato che i piani regolatori approvati dalla Regione sono già vecchi e superati per i tempi biblici necessari per l’adozione. Allora si dia la possibilità alla città di completare il documento urbanistico approvato con l’aggiornamento della cartografia e le linee attuative.
Finito il dibattito la seduta viene rinviata a lunedì 5 febbraio alle ore 19,30.

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