Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Primati e baby gang a Napoli……….l’opinione di Rita Faletti

Oltre alla pizza napoletana patrimonio dell’umanità, il capoluogo partenopeo vanta tutta una serie di primati. Quello della raccolta differenziata che lo colloca al 536esimo posto su 550 comuni, sgretolando la sicumera di De Magistris che nel lontano 2011, anno della sua elezione a sindaco, promise faville con il “porta a porta”. Quello dell’inquinamento del mare, ridenominato “mare monstrum” da Legambiente per gli scarichi abusivi , lo sversamento di materiali tossici e la mancata depurazione. Quello del diportismo selvaggio con 392 infrazioni al Codice della navigazione, un quinto dell’intero totale nazionale. Quello della cementificazione illegale lungo le coste. A Napoli le regole non esistono, ognuno fa quello che vuole, impotenti le istituzioni e le forze dell’ordine. Cantando e ballando, la città di Pulcinella è al penultimo posto in Italia per illegalità e degrado. Neanche gli alberi di Natale si salvano, li rubano dappertutto, perfino la Galleria Umberto, nel cuore della città, é stata depredata del suo abete. Un gruppo di adolescenti desidera un cellulare? Nessun problema. Individua la vittima, un coetaneo, la accerchia, e se le buone maniere non sono abbastanza convincenti, la pesta di botte e se ne va, nell’indifferenza generale, con il maltolto.

A volte l’aggressione avviene a titolo gratuito, per il semplice piacere di picchiare e fare male. Calci, pugni, catene e coltelli. A Chiaiano una baby gang ha spappolato la milza a Gaetano; nella Villa comunale di Pomigliano d’Arco dieci mini criminali si sono accaniti contro due minorenni, quattordici e quindici anni, per rapinare uno smartphone. Contusioni all’addome e un naso rotto. Diciassette rapine in due mesi le imprese di un’altro gruppo di cui fanno parte due minorenni. La situazione, già grave, di scarsa sicurezza, sta sfuggendo di mano e i genitori temono di lasciare i loro figli in balia di una città che nasconde insidie anche nelle zone fino a ieri ritenute tranquille. Grazie al sistema di videosorveglianza, che sostituisce la mancanza di collaborazione dei cittadini , è stata possibile la cattura di alcuni colpevoli; di essi uno nascondeva ancora le catene usate per le aggressioni. Condotti nelle stazioni di polizia, i baby criminali vengono trasferiti nei centri di accoglienza o affidati in custodia al carcere di Poggioreale, se di età superiore ai quattordici anni. Gli altri vengono lasciati liberi. Napoli è una città pericolosa e difficile che, come ha confessato lo stesso Paolo Sorrentino, bisogna affrontare di petto. Lui ha preferito trasferirsi a Roma. Comportamenti violenti anche nel mondo degli adolescenti non sono cosa nuova, preoccupante è il suo diffondersi, che è misura del degrado non solo sociale ma soprattutto morale, del quale sono colpevoli gli adulti. Famiglie, quando ci sono, e istituzioni. Tra queste, la scuola, benchè non direttamente responsabile ma spettatrice silenziosa quando potrebbe funzionare da osservatorio dei costumi e delle tendenze di una collettività. Il comportamento di uno studente, la presenza assidua o l’assenteismo, l’attenzione, il rispetto o la trasgressione delle regole e il profitto sono parametri che suggeriscono molto di una realtà. Il lavoro di recupero dovrebbe prendere le mosse dalla raccolta di questi dati per poi coinvolgere associazioni e strutture che si occupano di giovani problematici. Un capitolo importante è la repressione, se la prevenzione è stata insufficiente o inesistente. Le pene andrebbero riformate, ma non nel senso di un inasprimento, che potrebbe rivelarsi inutile o peggiorativo. In questo scenario, la percezione ha un ruolo significativo. Quando si dice che le baby gang a Napoli più che altrove imperversano in periferia come al centro, non si esagera. Francesco Donato Perillo scrive: ” A Napoli la differenza tra il reale e il percepito è resa sottile dalla misura con cui i suoi fenomeni si manifestano. Come nel Cristo velato quel velo non nasconde Cristo, ma lo svela”. La percezione quindi come fotografia della realtà dove la violenza dei minorenni é una spia potente dell’illegalità elevata a sistema. Significa che gli argini di contenimento, già labili e precari, sono stati rotti in un territorio dominato dall’ illegalità, e al loro posto è stato eretto un vergognoso muro di omertà e complicità che non preserva nemmeno i bambini.

362048
© Riproduzione riservata

I commenti pubblicati dai lettori su www.radiortm.it riflettono esclusivamente le opinioni dei singoli autori e non rappresentano in alcun modo la posizione della redazione. La redazione di radiortm.it non si assume alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti e fornirà, eventualmente, ogni dato in suo possesso all’autorità giudiziaria che ne farà ufficialmente richiesta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

Articoli correlati

RTM per il cittadino

Hai qualcosa da segnalare? Invia una segnalazione in maniera completamente anonima alla redazione di RTM

UTENTI IN LINEA
Torna in alto