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Qualità della vita in Italia. Sicilia crolla con 6 città negli ultimi 10 posti della classifica

Per il secondo anno consecutivo Milano risulta la città migliore sulla Qualità della vita 2019, classifica stilata dal Sole 24 Ore. Sei città siciliane in lista nera visto che si trovano Isola negli ultimi dieci posti, con Caltanissetta ultima. Penultimo posto per Crotone, terz’ultima Foggia, Enna è al quart’ultimo posto, a seguire Vibo Valentia, Agrigento, Trapani, Messina, Isernia e Palermo. Nella top ten delle peggiori, dunque, c’è il capoluogo, al 98esimo posto, che precede di una posizione Catania. La prima delle siciliane per qualità della vita è Ragusa, all’ottantesimo posto, la seconda Siracusa, all’85° posto.

La Qualità della vita 2019 è una versione extra large della tradizionale indagine del quotidiano sul benessere nei territori, su base provinciale: rispetto all’anno scorso il numero di indicatori è aumentato da 42 a 90, divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene.

Le classifiche di tappa sono: “Ricchezza e consumi”, “Affari e lavoro”, “Ambiente e servizi”, “Demografia e società”, “Giustizia e sicurezza”, “Cultura e tempo libero”.
Migliorano le grandi città. Roma, diciottesima, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81°), rispetto alla scorsa edizione della Qualità della vita ha all’attivo una salita di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20°), Genova sale di 11 gradini (45°), Firenze di sette (15°) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Infine, Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto. Bologna in calo pur restando nella parte alta della classifica al 14° posto.

Milano ottiene anche il primato nella categoria “Affari e lavoro”, il secondo posto nella classifica di tappa “Ricchezza e consumi” e il terzo in “Cultura e tempo libero”. È negativa, invece, la performance in “Giustizia e sicurezza”: il capoluogo lombardo, con la sua provincia, si piazza in ultima posizione soprattutto per numero di reati denunciati e litigiosità. Un dato che potrebbe essere letto anche come segno che a Milano, a differenza di altre realtà geografiche, i cittadini denunciano di più i reati.

Subito dietro il capoluogo lombardo, nella classifica generale 2019, si confermano le province dell’arco alpino: sul podio ci sono anche Bolzano e Trento, rispettivamente al secondo e al terzo posto, seguite da Aosta. A spingerle sono i record “di tappa”, ovvero le macro aree tematiche di cui è composta la classifica generale: Aosta è prima in “Ricchezza e consumi”, Trento vince in “Ambiente e servizi” e Bolzano in “Demografia e società”.

Per gli altri record di tappa, Oristano è prima in “Giustizia e sicurezza” e Rimini in “Cultura e Tempo libero”. Nella top ten delle province più vivibili, dove si incontrano anche Trieste (5ª) e Treviso (8ª), quest’anno entra la provincia di Monza e Brianza, che sale di 17 posizioni fino alla sesta, Verona che ne guadagna sette e arriva al settimo posto e – a chiudere la top ten – Venezia e Parma che salgono rispettivamente di 25 e 19 piazzamenti.

La coda della classifica è occupata dalle province del Sud: Caltanissetta occupa l’ultimo posto per la quarta volta nella storia dell’indice dopo le performance negative del 1995, nel 2000 e nel 2008. Foggia (105ª) e Crotone (106ª) la precedono di poco.

Su base regionale, riemerge la contrapposizione Nord-Sud, con Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia sul podio, seguite dal Veneto, presente nella top 10 con tre province, dall’Emilia Romagna – che cresce, soprattutto nella classifica di tappa “Affari e lavoro” – e dalla Lombardia. In fondo alla classifica, invece, ci sono Sicilia e Calabria, rispettivamente ultima e penultima.

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1 commento su “Qualità della vita in Italia. Sicilia crolla con 6 città negli ultimi 10 posti della classifica”

  1. Ma, in fondo, diciamo la verità: a noi siciliani tutto questo piace. Perché votiamo sempre gli stessi politici, perché siamo i primi a sporcare, a inquinare, a non rispettare le leggi, a essere indisciplinati, a fare sempre i furbi, a lamentarci senza mai iniziare a fare qualcosa per rendere migliore la nostra terra. Avete mai sentito un amministratore siciliano fare mea culpa dopo aver letto questi dati? Incassiamo e portiamo a casa. Questo sì, è da veri siciliani.

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