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Ticket sanità : si torna al vecchio modello – si  pagherà in base al reddito. di Francesco Roccaro

La Nadef  ha confermato in pratica che i fondi in più per la Sanità – 2 miliardi nel 2020 e 1,5 mil.di. nel 2021 previsti dalla manovra dell’anno scorso ,saranno mantenuti in toto.Una notizia positiva ed  importante per il SSN che da anni annaspa nel caos ( non solo economico) più totale. Il ministro della salute  Speranza, ha voluto ridisegnare un sistema che , sulla carta, dovrebbe presentare meno falle e che sarà accompagnato ( così ha detto ) da due novitàrivoluzionarie. Sarà vero? Cerchiamo di analizzare i fatti. Innanzitutto  prepariamoci a dire addio al famigerato superticket ( ricordate?)  l’imposta da 10 euro su ogni  visita ed esamepresente nella maggior parte delle RegioniItaliane. Oltre a ciò  ci sarà una profonda rivisitazione della compartecipazione alla spesa del SSN da parte dei cittadini ( sostanzialmente “cambiano i  ticket” ). In sostanza, ritorna il vecchio concetto “socialdemocratico” ( almeno sulla carta): «Chi sta meglio ( economicamente…)  deve pagare di più, chi  sta meno bene  ( sempre economicamente….eh )  deve pagare di meno. Ecco, questa è la sintesi: Il fondo sanitario nazionale che quest’anno valutato  114,474 miliardi verrà elevato  a 116,474 mil.di nel 2020, con previsione di  punta  a117,974 mil.di nel successivo 2021. In realtà, questi aumenti  erano stati previsti dalla manovra finanziaria dell’anno scorso ma in fondo dichiarati  per nulla scontaticon la situazione di adesso. A ciò aggiungiamo che tali fondi  da tempo erano finiti nel mirino del Ministero dell’Economia che aveva già annunciato “ possibili tagli necessari”. L’odiato ( dal Popolo Italiano certamente) accantonamento  del superticket  è stato proclamato dal ministro Speranza come una “conquista marziana”, fermo restando  che tale accantonamento significherà dire  addio  a circa  350-400 milioni d’introiti  annuali sulla sanità. Ovviamente si dovranno trovare “soluzioni alternative”. A questo punto potrebbe tornare di moda  il funzionamento  già esaminato dal precedente Governo con il cosiddetto “ Patto per la salute 2019-2021”. In sintesi, dare  alle Regioni la garanzia di ricevere  i fondi aggiuntivi al Fondo Sanitario Nazionale previsti dalla manovra finanziaria dell’anno precedente,trascurando in effetti ogni tipo di clausola prestabilita e paletti  vari ( ricordiamo  che nella bozza precedente il Mef aveva introdotto l’ eventualità di rimuovere i fondi  previsti in caso di bassa crescita del Pil – NDR ). Con questa variante prevista,le Regioni potranno accedere ai fondi in più, subito dopo però aver soppresso il superticket. Va ricordato, per onor del vero, che  alcune Regioni  avevano già da tempo seguito la strada dell’accantonamento del  superticket.

Speranza ha anche affermato che insieme alla manovra salperà un nuovo  disegno di legge con il quale è sostanzialmente previsto un riordino in materia dei ticket, con revisione totale delle modalità di compartecipazione alla spesa sanitaria  da parte dei cittadini. Speranza ha aggiunto anche che tale revisione verrà determinata attraverso “ un criterio di progressività ”. E’ chiaro che verrà  fatto ricorso all’Isee con la verifica in base alla fasce di reddito che farà scaturire “un ticket dal  valore diverso per ogni fascia reddituale”.” Col sistema odierno – ha spiegato il ministro -il pagamento del ticket sanitario non tiene conto di quanti soldi hai e non tiene neanche in debito conto se sei un alto benestante  o una persona congravi difficoltà economiche”. “Questa situazione – sostiene ancora il ministro- risulta una delle più inique al mondo, assolutamente indegna per un paese civile o che tale si vuol definire” . “ In questo momento inoltre -aggiunge Speranza  – al di là delle soglie di esenzione previste ,non si raggiunge alcun benefit, perché alla fine, va a finire sempre che si paga sempre la stessa  cosa! Su questo  si deve intervenire con un principio molto semplice: chi ha molto deve pagare di più e chi ha poco deve pagare di meno!  Rivedremo tutto – ha evidenziato Speranza – guidati dall’articolo 32 della Costituzione, ricordando a tutti che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo ed un interesse primario della collettività”. Quindi cari amici lettori, prepariamoci: cambierà ancora una volta non “il modo di curarci” ( avrei sperato questo…… Io) , ma  il nostro “modo di pagare” le cure……..Vedremo, se il denominatore sarà basato realmente sulle differenza delle fasce economiche , se avremo veri benefici, o seal contrario, tornerà l’epoca del grande Alberto Sordi con il  “prof. Guido Tersilli, Primario di Villa Celeste , convenzionata con le mutue”.

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