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Stretta antifrode decreto Sostegni ter. Rischia 90% Superbonus

Tempo di lettura: 2 minuti

A rischio il 90% dei lavori in corso. Ma non solo. La scure pronta ad abbattersi potrebbe far saltare tutti gli interventi programmati per i prossimi mesi. All’orizzonte si profila una vera e propria catastrofe economica a fronte di quel provvedimento, il superbonus, che ha ridato vitalità all’edilizia e, a cascata, anche alle varie filiere che coinvolgono le imprese del settore dei servizi. E’ il tenore dell’accorato allarme lanciato da Confcommercio Sicilia a proposito della stretta antifrodi contenuta nel decreto Sostegni ter che introduce forti limitazioni alla cessione del credito.

“Numerose aziende, non potendo cedere il credito alle imprese, non potranno pagare i fornitori – avverte il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti – e questa anomalia avrà ricadute pesantissime su tutti i settori produttivi, compresi quelli del commercio. La ripartenza economica, storicamente, ha sempre poggiato le fondamenta sull’edilizia. E se la blocchiamo, sarà un disastro. Comprendiamo la ratio dell’intervento che si vorrebbe attuare, finalizzato a bloccare il meccanismo attraverso cui le mafie sfruttano i bonus varati dal Governo allo scopo di riciclare i proventi miliardari illeciti. Ma, allo stesso tempo, sosteniamo che non si può paralizzare un’intera economia. Si profila, è opportuno evidenziarlo a scanso di equivoci, una catastrofe senza precedenti. Per tutti i settori. Così si va a creare un impatto negativo enorme sulla parte sana delle imprese che stavano cercando di recuperare terreno dopo anni e anni di magra. E si annullano in parte anche i benefici postcovid. Non si possono cambiare, tra l’altro, le regole del gioco in corso, visto che la misura è retroattiva. Siamo dinanzi al verificarsi di difficoltà enormi. Imprese e committenti vedrebbero la rescissione dei contratti con effetti devastanti per tutti. Affianchiamo il Governo nazionale nella lotta contro le frodi. Ma occorrono modalità differenti. Questa è una misura da rivedere. Chiediamo anche al Governo regionale di intervenire e di fare sentire la propria autorevole voce in proposito”.

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