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Regno Unito: aeroporti semichiusi, compagnie in grave difficoltà

Tempo di lettura: 2 minuti

Compagnie aree europee in difficoltà e speranze di ripresa infrante dopo la rapida diffusione della variante virale che ha di fatto aumentato sensibilmente i casi di coronavirus soprattutto nel Regno Unito. Boris Johnson ha annunciato che fino almeno a metà febbraio le restrizioni rimarranno in vigore, periodo in cui si spera le vaccinazioni nel Paese avranno raggiunto un livello congruo di popolazione. Per quanto concerne il blocco dei voli, su tutti a farne le spese Ryanair che ha la sua base più importante all’aeroporto di Londra Stansted. Oggi la grande compagnia discount ha fatto sapere che il crollo dei passeggeri è stato del 66% nel 2020. Lo scorso dicembre la compagnia con sede a Dublino ha operato solo al 22% del suo normale programma di volo. Lacrime amare anche per EasyJet, la più grande compagnia low coast della Gran Bretagna, sta dando priorità ai collegamenti essenziali all’interno del Paese e a un ridotto numero di rotte internazionali. Idem per British Airways che ha dichiarato che manterrà aperti i collegamenti cruciali, mentre Wizz Air ha registrato un calo del 58% di passeggeri. Il tour operator tedesco TUI, con una grande base di clienti britannici, ha interrotto tutti i pacchetti turistici verso il paese della Union Jack almeno fino a metà febbraio, mantenendo solo alcune rotte caraibiche tra cui Cuba, Santa Lucia e Aruba, ora sospese.  Sono in corso misure per limitare ulteriormente i viaggi internazionali dal Regno Unito, compresi gli spostamenti interni con Scozia, Galles e Irlanda del Nord,  ha detto alla Radio il ministro dell’ufficio di gabinetto Michael Gove. I piani del Governo includono la richiesta ai passeggeri che arrivano nel paese di presentare un test negativo per il coronavirus, ha riferito un quotidiano della City, citando un ex funzionario anonimo di Downing Street.

 

Aeroporto londinese di Stansted

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