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Parco degli iblei. Riunione al Libero Consorzio di Ragusa

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“Ritengo che dalla riunione di questa mattina sul Parco degli Iblei, da me sollecitata, sia emersa, da parte di quasi tutti gli attori presenti, la necessità di un ulteriore approfondimento sull’iter costitutivo. Non possono bastare i novanta giorni concessi. Si rende necessaria una proroga più lunga”. E’ quanto sostiene il presidente della commissione Attività produttive all’Ars, on. Orazio Ragusa, dopo il confronto tenutosi oggi nella sede del Libero consorzio comunale di Ragusa. “Sono stati invitati a partecipare anche i rappresentanti del Libero consorzio di Siracusa, della città metropolitana di Catania – aggiunge l’on. Ragusa – e nella maggior parte degli interventi è stata valutata la necessità di una rivisitazione dell’iter costitutivo dopo avere preso atto che l’approfondimento che era stato auspicato da più parti, durante questo percorso, non si è affatto concretizzato. E, poi, in un momento storico e delicato come questo, per l’economia, si possono assumere a cuor leggero scelte pesanti che andrebbero a pregiudicare la crescita futura? Abbiamo chiesto di conoscere anzitempo il regolamento del Parco degli Iblei, abbiamo evidenziato che la governance potrebbe rappresentare un terno al lotto e nessuno è in grado di prevedere che cosa potrebbe succedere, se tutto ciò, insomma, andrebbe a inasprire le regole di salvaguardia tuttora vigenti. Un esempio: se le cave estrattive, ricadenti nel perimetro, dovessero esaurirsi, per le nuove concessioni che cosa si fa? Rischieremmo di andare a comprare il calcestruzzo fuori, con ricadute pesantissime per l’economia locale? Ribadisco che la quasi totalità degli intervenuti ha evidenziato, a parte i promotori del parco, che l’iter fin qui seguito non è ben chiaro”.

“Il Mite – dice ancora l’on. Ragusa – ha concesso una proroga di novanta giorni ma non saranno sufficienti perché di fatto guardando la documentazione è tutto carente. Mi preme, altresì, osservare che la popolazione totale dei 23 parchi nazionali è di circa 706.000 abitanti: quella del costituendo Parco degli Iblei di circa 750.000 abitanti con una superficie di circa 145.000 ettari. I Parchi nazionali classificati secondo la variazione percentuale della popolazione fra il 1991 e il 2012 registrano una forte riduzione della popolazione soprattutto al Sud. Quindi bisognerebbe chiedersi: se i Parchi portano benessere perché gli abitanti scappano? Inoltre, secondo il rapporto triennale 2014-2016 della Corte dei Conti, quasi tutti i parchi nazionali sono in perdita nonostante il 90% delle risorse provengano dallo Stato. La Corte dei Conti, tra l’altro, ci dice che la complessità delle procedure di adozione degli atti di pianificazione ha comportato un’eccessiva dilatazione dei tempi di approvazione, tanto che per molti, a distanza di oltre 26 anni dall’entrata in vigore, il relativo procedimento è ancora in itinere. Inoltre, sempre la Corte dei Conti mette in evidenza l’inadeguatezza del modello organizzativo che, in quanto unico, non tiene conto delle caratteristiche e della dimensione territoriale e demografica di ciascun ente. Aggiungo, in più, che la situazione di deficit economico strutturale di alcuni Enti Parco richiede una particolare attenzione, anche da parte del ministero vigilante. Ecco perché, anche alla luce delle suddette riflessioni, riteniamo che occorra andarci assolutamente con i piedi di piombo”.

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