
Oggi, martedi dopo Pasqua, si festeggia a Modica la tradizionale Festa “Ro Mart i l’Itria.”
All’inizio dell’VIII secolo l’imperatore Leone III Isaurico aveva deciso di distruggere le sacre immagini (“iconoclastia”). Due monaci Basiliani (di San Basilio) riposero un quadro della Vergine Odigitria (Guida dei viandanti) in una cassa e si recarono in Italia. Attraccata la nave a Bari dopo una violenta tempesta,i due religiosi e il loro prezioso carico erano stati accolti festosamente dal clero e dalla popolazione locale che avevano portato la sacra immagine all’interno del Duomo.
Da Bari il culto della Madonna dell’Odigitria si era diffuso in tutta la penisola, compresa Modica. Ecco spiegata l’iconografia della “cassa e dei due vecchi” che rappresentavano i due monaci Basiliani e il fortunoso salvataggio del ritratto della Vergine. In Sicilia, però, la solennità era stata spostata dalla ottava di Pentecoste al martedì dopo la Pasqua che era stato, nel 1282, il giorno seguente ai Vespri Siciliani. Almeno, così raccontava la storia della Madonna dell’Itria e della piccola chiesa sulla collina modicana che da essa prende il nome.
La storia popolare locale indica nei due monaci ai piedi di Maria due “santi”: “Santu Va” e “Santu Veni”. Sopravvive la leggenda secondo la quale un contadino che lavorava “ad anno”, lontano dalla città,avendo sbagliato il computo della data di Pasqua, arrivò tardi ma festeggiò … ugualmente il Martedì seguente la solennità del Cristo Risorto! Secondo tradizione, i Modicani andavano a venerare a Maronna ri l’Istria il martedì dopo Pasqua, consumando poi sulla collinetta adiacente la Chiesa i resti di cibo (scacci, mpanati, pastieri e cassati) dei precedenti giorni di Pasqua.
(Vedi Google – La Chiesa di Santa Maria dell’Idria di Giancarlo Poidomani).