Il coronavirus, che sta dilagando in ogni parte del mondo, mette l’umanità a dura prova: difronte alla sofferenza e alla morte. Non c’è angolo del pianeta, che non sia stato colpito. Ogni nazione ha reagito a modo suo, cercando di salvaguardare le popolazioni.
Ovunque, il sistema sanitario sta combattendo una estenuante battaglia da giorni. Le forze non bastano a contrastare la pandemia, c’è bisogno della collaborazione di tutti. Il sistema sanitario occidentale soffre molto di più, è al collasso a causa del continuo smantellamento a cui è stato sottoposto negli ultimi anni.
Il virus in occidente si è rilevato una catastrofe inimmaginabile e senza precedenti. L’umanità si è trovata faccia a faccia con un mostro invisibile, che minaccia qualunque ostacolo incontri. Un’emergenza sanitaria con pochi precedenti storici, che ha colto tutti di sorpresa, ma che può fornire qualche insegnamento.
Il primo insegnamento da trarre da questo virus è quello di saper comprendere gli errori commessi così da agire in modo intelligente nel futuro. Combattere questo nemico è dura, è una pandemia che semina morte e sofferenza, colpisce silenziosamente il bene più prezioso e caro a tutti: la vita e la salute.Trascina con sé sistemi economici, sociali, libertà e vita quotidiana.
L’intero occidente è stato colto impreparato e cerca di trovare la strategia migliore per combattere il Covid-19. La strategia del confinamento è una delle più antiche, attualmente usata in occidente, in vista di attrezzarsi per un’altra strategia: lo screening sistematico della popolazione.
Il coronavirus è certamente un male, una bestia divorante, ma ha permesso di capire all’opulente occidente che il capitalismo o altri sistemi economici non sono immuni dalle pandemie. C’è bisogno di riflettere molto sulle abitudini quotidiane, e forse in alcuni casi è doveroso un cambio di rotta per riuscire a preservare la salute come bene comune globale.
Il cambiamento climatico o la deforestazione sono mezzi pericolosi con cui si possono diffonderele epidemie. Questi mesi dolorosi sono un monito e una lezione da non cancellare: bisognerà «riconvertire la produzione – sottolinea GaelGiraud – regolare i mercati finanziari, ripensare gli standard contabili, al fine di migliorare la resilienza dei nostri sistemi di produzione; fissare una tassa sul carbonio e sulla salute; lanciare un grande piano di risanamento per la reindustrializzazione ecologica e la conversione massiccia alle energie rinnovabili».
Oltre alla produzione, la pandemia cambia lo scenario delle relazioni umane e sociali. In questo periodo di isolamento si comprende l’importanza delle relazioni e degli affetti. Gli uomini hanno compreso che non sono monadi isolate, e non possono mettere a rischio l’altro. Non si può assistere più alla privatizzazione del sistema sanitario, perché la salute è un bene di tutti. I beni comuni sono i beni di tutti che non si possono privatizzare. La salute, dopo lo shock di questa pandemia, dovrà essere di interesse collettivo. Chi sarà chiamato a guidare le nazioni dovrà compiere interventi mirati e articolati per rendere la salute l’obiettivo principale della sicurezza nazionale.
Se si vuole preservare la salute e l’umanità bisognerà ascoltare non solo il Fondo monetario internazionale, ma anche le raccomandazioni costanti dell’OMS. La ricchezza è sempre secondaria alla vita che è il bene comune più importante per tutta l’umanità.
La pandemia in corso fa riflettere molto, e fa comprendere come molte volte l’uomo pensa al proprio ego, dimenticandosi del vicino della porta accanto. Il bene comune va preservato sempre, non è una prerogativa solo delle Istituzioni, ma anche del singolo cittadino perché nessuno è immune dalla malattia e nessuno si salva da solo.
La pandemia non uccide soltanto fisicamente, ma anche assiologicamente. Molti stando a casa si sono ammalati: hanno perso i valori cardini della vita, sentendosi immuni si sono scagliati come leoni da tastiera contro coloro che soffrono a causa del virus.
Il mondo è limitato, non è un supermercato illimitato, come negli ultimi anni si è visto. Il coronavirus viaggia indisturbato, galoppa, e fa vedere come il tempo dell’uomo è determinato. È un virus che priva di qualunque cosa: affetti, beni, lavoro e serenità. La pandemi finirà e cambierà le vite umane. Questo male non sia occasione di disperazione ma rinascita a vita nuova per l’umanità e per le istituzioni, nell’ottica della sobrietà e della finitudine.